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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica San Zeno / Via Pontida

Profughi in via Pontida. "Senza soluzioni alternative, si fa solo propaganda"

Il Partito Democratico teme che i problemi legati all'attivazione di un Cas voluta dalla Prefettura in zona San Zeno non siano affrontati in modo serio, in primis dal sindaco Tosi

"Sul Cas di via Pontida si sta purtroppo verificando quanto temevamo". I consiglieri comunali del PD Luigi Ugoli, Elisa La Paglia, Eugenio Bertolotti intervengono di nuovo sul centro di accoglienza straordinario (Cas) che la Prefettura intende attivare in un stabile di sua proprietà in zona San Zeno. Non sono bastati striscioni o firme raccolte, perché non sono stati annunciati passi indietro da parte del prefetto Salvatore Mulas. Non sono ancora chiari i tempi, ma l'intento rimane quello di spostare gli uffici che ad oggi occupano l'edificio per fare spazio ad una decina di richiedenti asilo.

Ostilità al progetto è stata manifestata dal sindaco di Verona Tosi che ha promesso controlli edilizi minuziosi per ostacolare la Prefettura, ma di soluzioni alternative ancora non ne parla nessuno. E quello che temevano i consiglieri del PD è stato evidenziato anche dal M5S, e cioè che l'argomento è diventato terreno fertile per la propaganda e lo scontro elettorale. "Che tipo di confronto c’è stato tra sindaco e prefetto? Il Comune di Verona, che aderisce allo Sprar, quali soluzioni alternative ha messo sul tavolo nel suo dialogo col prefetto? - si chiedono Ugoli, La Paglia e Bertolotti - È sbagliata l’equazione profugo uguale delinquente ma non bisogna nemmeno sottovalutare le criticità della zona. Anche per questo abbiamo chiesto la commissione consiliare: l’inserimento dei profughi funziona se è il più possibile trasparente, partecipato e condiviso; occorre conoscere e far conoscere i programmi della cooperativa che si farà carico dei profughi; coinvolgere attorno al progetto parrocchie e volontariato; incrementare, in collaborazione con le aziende pubbliche di servizi, i progetti di lavori socialmente utili. E soprattutto lavorare per accelerare i tempi di esame delle domande di asilo politico, perché è a questo che serve l’intero sistema: a riconoscere protezione a chi ne ha diritto e a rimpatriare secondo le leggi vigenti chi non ce l’ha. Chi, tra quanti hanno responsabilità istituzionali di parlamentare o rappresentante locale, protesta senza esercitare la sua influenza per affrontare positivamente i problemi, non sta facendo il bene del territorio, sta facendo soltanto propaganda".

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