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Politica Castelnuovo del Garda / Strada Provinciale 27a

Medico di base in pensione a Sandrà, si aggrava la carenza nell'Ovest Veronese

La consigliera regionale Bigon: «Nell'ambito che comprende buona parte dei Comuni gardesani, tra cui Castelnuovo, i posti vacanti di medico di medicina generale risultano 22. Servono misure straordinarie»

Ci vorrà ancora tempo per colmare la carenza di medici di medicina generale nel Veronese. Un problema che colpisce il territorio a macchia di leopardo e che si sta facendo sentire sulla costa e nell'entroterra gardesani. Alla fine di quest'anno, andrà in pensione il medico di famiglia di Sandrà, frazione di oltre 2mila abitanti di Castelnuovo del Garda, e ancora non è chiaro come e quando sarà sostituito. E questo suscita preoccupazione soprattutto nella popolazione anziana.

La consigliera regionale veronese Anna Maria Bigon, con un'interrogazione sottoscritta anche dai suoi colleghi del Partito Democratico, ha chiesto alla giunta regionale come intende muoversi per assicurare la tempestiva sostituzione del medico di base a Sandrà.

«Dopo le assegnazioni fatte lo scorso ottobre da parte di Azienda Zero, nell’ambito che comprende buona parte dei Comuni gardesani, tra cui Castelnuovo, i posti vacanti di medico di medicina generale risultano ben 22 - ha osservato Bigon - Da mesi si cercano sostituiti in tutte le principali località dell’area: Bussolengo, Pescantina, Malcesine, Sommacampagna, Sona. L’ennesima carenza nella rete di medicina territoriale che si aprirà a partire dalla fine dell’anno a Sandrà rischia di aggravare ulteriormente una condizione già critica in un territorio che oltretutto è scarsamente servito dai mezzi pubblici. È dunque indispensabile che la Regione affronti il problema della carenza di medici di base sul territorio constatando che i periodici avvisi pubblicati da Azienda Zero non sono più sufficienti a garantire il ricambio di medici, e che servono misure straordinarie. La Regione deve mettere a disposizione dei medici di medicina generale il supporto amministrativo necessario, in maniera da sgravare i professionisti da tutta la parte burocratica del loro lavoro consentendogli di aumentare in maniera effettiva il numero di pazienti che sono in grado di seguire. Parallelamente occorre riformare i canali di accesso alla professione medica, svecchiando e rendendo più appetibile la figura del medico di famiglia».

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