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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Carenza di personale, Lanzarin a Bigon: «Mai equiparato infermieri ed oss»

La consigliera regionale aveva criticato la delibera regionale con cui si introduce un percorso di formazione per gli operatori socio-sanitari. L'assessore: «Non intendiamo rendere l'oss una professione sanitaria»

«La Regione del Veneto non ha trasferito competenze proprie dell'infermiere all'oss attraverso una formazione complementare in assistenza sanitaria, né tantomeno ha inteso rendere l'oss una professione sanitaria, cosa che eventualmente è competenza dello Stato. Bensì, ha ulteriormente posto l'infermiere al centro del percorso decisionale proprio della professione ed al contempo ha perseguito l’interesse pubblico di garantire agli infermieri stessi gli operatori di supporto necessari ed adeguatamente formati, a tutela della salute degli assistiti. Pertanto, l'oss che ha seguito con profitto il modulo complementare in assistenza sanitaria, oltre a svolgere i compiti del proprio profilo, è in grado di coadiuvare l’infermiere in tutte le attività assistenziali». L'assessore regionale alla sanità e ai servizi sociali del Veneto Manuela Lanzarin ha replicato così alle critiche della consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon sulla delibera della giunta che introduce un percorso di formazione complementare in assistenza sanitaria per gli operatori socio-sanitario (oss). Un provvedimento pensato per contrastare la carenza di personale, soprattutto nelle case di riposo.

Per la consigliera Bigon, l'iniziativa della giunta veneta è sbagliata perché punterebbe ad equiparare due professioni diverse come quelle dell'oss e dell'infermiere. L'assessore Lanzarin ha però voluto ribadire un particolare passaggio della delibera, in cui si specifica che l'oss debba attenersi «alla pianificazione individuale definita dai professionisti sanitari di riferimento, in particolare dall'infermiere o dall'ostetrica». Quindi anche gli oss che hanno completato il percorso di formazione introdotto dalla Regione devono operare all'interno di limiti e condizioni e sempre a seguito di un processo di attribuzione di attività da parte del personale infermieristico. Gli oss possono dunque dare supporto, ma non in autonomia e solo in attività con bassa discrezionalità decisionale. Attività che «devono essere esercitate in applicazione di specifici protocolli (o procedure operative) predisposti dalle strutture sanitarie e socio-sanitarie, per assicurare integrazione con i professionisti e garantire la sicurezza degli assistiti», ha aggiunto l'assessore regionale.

«La carenza di personale infermieristico si è manifestata in modo sempre più importante negli ultimi anni, sia nelle strutture pubbliche sia in quelle del privato accreditato - ha spiegato Lanzarin - Il fabbisogno di professionisti è aumentato in ragione delle mutate esigenze cliniche e dei diversi fabbisogni di salute, della diversa organizzazione dei servizi. La Regione Veneto ha cercato di mappare il fenomeno, studiando approfonditamente le condizioni erogative dell’offerta di salute. Queste iniziative si sono dimostrate di fondamentale importanza per la valutazione sia dei fabbisogni di professionisti sia delle esigenze del paziente. Negli ultimi anni, infatti, l’investimento in personale infermieristico è stato comunque importante. Dal 2015 al 2020 si è passati da circa 22.933 unità a 25.378, con un incremento netto pari a circa l'11% in 5 anni. Contestualmente è aumentato in modo significativo il numero di operatori socio-sanitari in servizio, passando da 7.492 a 9.161, con un aumento pari a circa il 22% di personale in servizio per questi profili. I valori esposti testimoniano l’importante investimento in personale infermieristico a livello regionale, purtroppo non sufficiente a soddisfare le esigenze derivanti dai nuovi fabbisogni di salute. In questo contesto, l'iniziativa regionale riguardante la riattivazione del percorso di formazione complementare in assistenza sanitaria destinato all'oss non rappresenta l’unica soluzione intrapresa per fornire risposte alla carenza di personale infermieristico ma costituisce uno degli interventi posti in essere in un quadro articolato».

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