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Asili nido comunali, primo giorno nel caos. PD: "Giù le mani dal servizio"

Non è stato organizzato uno sciopero, ma due assemblee sindacali. I consiglieri democratici: "Pronti a discutere su tutto, ma le tensioni non siano fatte pesare sui bambini"

Si sono svolte oggi due assemblee sindacali per il personale dei nidi d'infanzia comunali di Verona. Non uno sciopero, che avrebbe paralizzato il servizio, ma comunque una forma forte scelta dalle sigle sindacali per comunicare alla cittadinanza che all’interno dei nidi stanno avvenendo cambiamenti che modificheranno la qualità dei servizi.

"Fino a marzo 2016 - raccontano i sindacalisti Daniele Todesco del Cub e Nicola Cavedini di Csa - pur nell’ordinaria difficoltà di gestione di un servizio delicato e complesso, si è sempre respirato un clima ed un ambiente di serenità grazie alla professionalità delle educatrici e ad una organizzazione del lavoro fondata su un accordo del 1992 (gli anni d’oro dei nidi veronesi in cui Verona fungeva da modello insieme con Reggio Emilia a livello italiano) Tale accordo sia nei contenuti che nella forma anticipava e per molti versi è migliorativo rispetto i successivi accordi che poi si sono siglati a livello nazionale. Con la fine di marzo 2016 l’amministrazione, trovando sponda nella Cgil, ha deciso di far saltare gli equilibri del servizio puntando a modificare tali accordi sindacali. Il tutto si svolge nell’assoluta indifferenza della politica che evidentemente ha dato precise disposizioni per indebolire il servizio pubblico comunale. Già da anni infatti si sta procedendo ad una sorta di esternalizzazione del servizio benedetta dall’assessore Benetti, ora rinchiuso in un totale silenzio".

L'interpretazione data da Todesco e Cavedini nasce da un fatto recente, riportato dai due: "La dottoressa Pasqualin, la dirigente del servizio, ha deciso di far saltare la consueta programmazione annuale, momento fondamentale per organizzare di tutte le attività dei nidi. Mai successo. Non solo. Dopo aver stilato una nuova bozza di accordo con l’unica parte sindacale favorevole, la Cgil, l’amministrazione comunale ha attivato, a partire dal 4 agosto, la forma più violenta di rapporti sindacali, la concertazione, che prevede che in una maniera o l’altra dopo 30 giorni l’amministrazione possa applicare legittimamente il nuovo accordo, facendo saltare tutti i delicati equilibri del servizio".

"A chi giova questa situazione? - si chiedono i sindacalisti - A cosa punta l’amministrazione comunale? Perché si è lasciato che la dirigenza del comune aprisse una conflittualità in un servizio così delicato in cui fino a qualche mese fa il clima era un elemento di qualità? Le lavoratrici e tutte le organizzazioni hanno dato la disponibilità a discutere, con calma eventuali proposte, consapevoli che modificare un pezzo dell’attuale organizzazione vuol dire alterare il tutto. C’è grande preoccupazioni tra la maggioranza delle educatrici che vedono mandare al macero anni di lavoro per costruire un servizio pubblico apprezzato e apprezzabile al servizio dei bambini e delle loro famiglie".

La situazione è stata presa in considerazione anche dal Partito Democratico. I consiglieri comunali Elisa La Paglia e Damiano Fermo hanno scritto: "Sul contratto delle educatrici dei nidi comunali è in corso, dall’inizio dell’estate, un percorso di adeguamento che comporta, tra le altre cose, una riduzione dell’orario di lavoro per la parte di insegnamento non-frontale e l’abolizione di alcuni obblighi non pienamente compatibili con il contratto nazionale. Non sfugge a nessuno l'esigenza di mantenere, pur nel cambiamento, un modello organizzativo che negli anni si è consolidato come un'assoluta eccellenza, ma è inconcepibile che una questione che non riguarda direttamente le ore di insegnamento frontali con i bambini, si riversi su bambini e genitori generando disservizi e disagi già a partire dal primo giorno di asilo".

"Anche se la forma di protesta scelta non comporta l’automatico blocco del servizio come lo sciopero - continuano La Paglia e Fermo - nondimeno è atta creare forti disagi ai bambini e ai loro genitori, quest’ultimi oberati da altrettanto impellenti esigenze di lavoro che di punto in bianco si trovano a dover gestire creature anche di pochi mesi. L’annuncio di ulteriori forme di lotta per i prossimi giorni non contribuisce certo a rasserenare il clima ed ottenere la fiducia nel servizio. Quindi, pronti a discutere di tutto e su tutto, per questo abbiamo già inoltrato richiesta di convocazione della commissione consiliare competente alla quale inviteremo a partecipare i dirigenti di settore e i rappresentanti dei lavoratori, ma non si creino ulteriori disagi. È inaccettabile che siano i bambini a fare le spese di queste tensioni".

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