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Bricolo fa la voce grossa: "Per me nessuna paghetta e nessun benefit"

Il capogruppo al Senato della Lega Nord non ci sta e risponde alle accuse arrivate attraverso le colonne di "Repubblica": "Amareggiato da questo fango da campagna elettorale"

"Mi amareggia infinitamente che, con questo fango da campagna elettorale, il mio nome venga accostato alla schiera di quanti hanno sperperato e lucrato sui soldi pubblici, approfittando dei loro ruoli di potere", ha affermato il capogruppo della Lega Nord, il veronese Federico Bricolo, rispetto alle notizie pubblicate oggi da Repubblica. L'esponente leghista spiega, in una lunga nota, che "non esiste nessuno stipendio extra, nessuna paghetta", nè alcun "benefit" per il capogruppo e di aver subito informato i magistrati "non appena mi sono reso conto che qualcosa non andava nella gestione amministrativa (che tra l’altro avevo ereditato dalla legislatura precedente) dei fondi assegnati al nostro gruppo".

LA NOTA - "Rispetto all’articolo pubblicato oggi sul quotidiano "La Repubblica" - dice Bricolo - , che veicola l’idea di un utilizzo non corretto dei fondi pubblici da parte del Gruppo Lega Nord Senato, è doveroso da parte mia, non solo per difendere la mia reputazione da attacchi che guarda caso arrivano in piena campagna elettorale, ma quella di tutto il Gruppo, precisare inoltre quanto segue: non esiste nessuno stipendio extra, nessuna paghetta, che noi ci saremmo attribuiti surrettiziamente; esiste invece un fondo, pari al 10% del contributo che il Senato assegna ad ogni Gruppo per il suo funzionamento, destinato, così come recita la delibera attuativa alle esigenze della Presidenza. Ne hanno sempre usufruito e ne usufruiscono tutt'ora tutti i gruppi parlamentari". "Per quanto ci riguarda - prosegue -, dalla primavera scorsa, in ottemperanza ad una spending review interna da me disposta, tale fondo non è stato più utilizzato.Tanto per capire: la scorsa settimana alle consultazioni dal Capo dello Stato ci sono andato con un’auto il cui noleggio (a ore) ho pagato di tasca mia, senza chiedere rimborsi ad alcuno".

IL CONTRATTACCO - "Nessun benefit per il capogruppo. Nell’articolo - aggiunge Bricolo - si riportano dichiarazioni della ex segretaria addetta all’amministrazione del nostro Gruppo che dice testualmente: "Il gruppo pagava l’affitto dell’appartamento dove abitava il senatore Bricolo, con bonifico permanente di euro 1250 ed inoltre saldava il conto di una carta di credito che era nella disponibilità esclusiva del Presidente". Non è così e manca un’informazione fondamentale: non c'è stato nessun bonifico permanente visto che utilizzai quel punto di appoggio per soli tre mesi nel 2008; inoltre quei 1250 euro di cui si parla mi venivano ovviamente decurtati (come posso provare dagli estratti conto in mio possesso). Posso affermare senza paura di essere smentito che di certo non mi faccio pagare la casa dal Gruppo, nè a Verona dove abito, nè tantomeno a Roma nè da nessuna altra parte".

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