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Bertucco: "I vertici di Serit ancora in carica. Sboarina prende tutti in giro"

Il consigliere comunale presenterà un'interrogazione poiché gli amministratori nominati in Serit avrebbero dovuto cessare il loro mandato dopo le elezioni amministrative

Rinnovamento, cambiamento, merito, competenza e trasparenza. Parole utilizzate in abbondanza durante la vincente campagna elettorale dell'attuale sindaco di Verona Federico Sboarina. Parole rimaste vuote. È l'opinione del consigliere comunale d'opposizione Michele Bertucco, che già aveva criticato le nomine dei vertici delle partecipate comunali e ora torna sull'argomento con un nuovo intervento su Serit.

Il consiglio di amministrazione di Serit, nominato da Tosi e guidato da Roberto Rambo Bissoli, non è ancora stato dichiarato decaduto - scrive Bertucco - L’articolo 15 dello statuto aziendale parla chiaro: "Gli amministratori nominati direttamente da Amia cessano dal mandato nel caso in cui venga rinnovato il consiglio comunale di Verona a seguito di elezioni amministrative.

Per questo Bertucco presenterà alla giunta un'interrogazione a risposta in aula.

Nessuno degli attuali amministratori di Serit sembra possedere competenze irrinunciabili per il buon funzionamento dell'azienda - ha aggiunto Bertucco - Da Bissoli in giù, passando per Patrizia Dusi, prezzemolino dei cda comunali in epoca tosiana; Roberta Garbuio, esponente trevigiano di Fare! e l’ex leghista Roberto Colognato, implicato nei processi Agec. L'intero cda Serit è palesemente composto da ceto politico selezionato dall'ex sindaco sulla base della fedeltà politica e personale al leader di turno, più che su meriti acquisiti sul campo di lavoro. Nemmeno il direttore generale, Alessandro Dall'Ora, ex direttore dell'Ullss 22, è del mestiere. Oltretutto la gestione dell'azienda negli ultimi anni non risulta così brillante: dal 2013 al 2015 gli utili di esercizio sono inesorabilmente crollati. Non si può nemmeno pensare ad una dimenticanza da parte del sindaco Sboarina visto che il cda di Serit conta anche un certo Marco Zanodomeneghi, capogruppo di Battiti in Comune. La verità, dunque, è che il cambiamento di governo cittadino determinato dalle elezioni di giugno è stato solo nominale, perché alla fine girano sempre le stesse facce che cambiano casacca a seconda delle convenienze. Ricordiamo, tra gli ultimi episodi, il passaggio di Anna Leso al gruppo misto; il ritorno all'ovile di Forza Italia da parte di Matteo Gasparato dopo la sbandata tosiana; la riconversione elettorale di Stefano Casali e del suo gruppo Verona Domani. E la flaccida opposizione di Tosi in consiglio. Non da ultimo occorre chiedersi come mai il sindaco non muova in dito per chiarire la situazione in Agsm Albania dove alcuni dei suoi avversari politici continuano a percepire prebende pubbliche. Chi promette rinnovamento e poi imbarca i soliti arnesi, sta prendendo in giro i cittadini.

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