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Atv e Ferrovie Nord Milano, anche i sindacati dicono No. "Resti veronese"

Inequivocabile lo striscione affisso dal sindacato Sls. Mentre il PD sembra diviso tra chi vorrebbe chiudere la porta e chi accogliere l'ingresso del partner lombardo

Dopo le reazioni politiche alla notizie del possibile acquisto del 50% di Atv da parte di Ferrovie Nord Milano, cominciano a farsi sentire le reazioni dei sindacati che rappresentano i lavoratori. La più evidente è stata lo striscione affisso dal Sindacato Lavoro Società (Sls), il cui messaggio è molto chiaro: "Lusingati, ma Atv resta ai veronesi". Un messaggio che sintetizza anche la posizione della Lega Nord.

Un altro sindacato a farsi sentire sulla vicenda è l'Ugl. "Ci dispiace constatare come a causa di una battaglia della amministrazione comunale nei confronti della amministrazione provinciale, oggi la cittadinanza rischia di perdere un'azienda florida, un'azienda che in pochi anni grazie ai sacrifici dei lavoratori è stata in grado di risanare il bilancio, di ottimizzare le risorse, di migliorare il servizio alla cittadinanza e di ammodernare il 30% della flotta aziendale", ha scritto il segretario provinciale di Ugl Verona Alfio Pennisi. Il suo riferimento è alla volontà della Provincia di Verona di trasformare Atv in una società in house, ostacolata però dal Comune di Verona che così ha quasi indotto la Provincia a vendere la sua quota che ora rischia di passare ad Fnm. Un giudizio simile viene espresso dal deputato PD Vincenzo D'Arienzo: "Se Atv fosse stata trasformata in società in house, oggi non saremmo in queste condizioni. Se la trasformazione fosse avvenuta, infatti, oggi sarebbe stato possibile affidare direttamente e senza gara ad Atv il servizio, il controllo sarebbe rimasto in mani veronesi e non ci sarebbe stata la gara per vendere le quote della Provincia".

D'Arienzo ha quindi chiesto al sindaco Tosi di far valere il diritto di prelazione in quanto socio di Atv e acquisti la metà della società messa all'asta dalla Provincia. Una richiesta che contrasta con la posizione del PD locale che non vuole chiudere la porta a Fnm. Un PD da cui è da poco uscito il consigliere comunale Michele Bertucco che si chiede: "Davvero il gruppo delle Ferrovie Nord riuscirebbe a dare a Verona la spinta necessaria in direzione di un sistema di trasporto pubblico locale integrato, efficiente e moderno? Da quello che ci raccontano gli amici delle associazioni e dei comitati lombardi pare che Fnm non riesca a mantenere le promesse nemmeno a casa propria. E il dilemma, costosissimo, che dovrà affrontare il sindaco (perdere il controllo o sborsare 9 milioni in più) discende proprio da questa incapacità di dare una strategia alle aziende pubbliche di servizi".

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