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Arresti in questura a Verona, Tosi: «Si accertino singole responsabilità, ma non prevalga narrazione ideologica»

Dinanzi all'inchiesta che vede cinque agenti delle volanti agli arresti domiciliari e altri 17 poliziotti indagati, l'ex sindaco di Verona Flavio Tosi invoca maggiore «garantismo» e «prudenza». Da parte di Sinistra Italiana la richiesta invece di introdurre «bodycam e identificazione del personale delle forze di polizia»

Il deputato di Forza Italia e già sindaco di Verona Flavio Tosi è voluto ritornare, attraverso una nota, sulla vicenda dei cinque poliziotti di Verona che, al momento, si trovano agli arresti domiciliari, nonché degli altri 17 indagati: «Noto che il garantismo sancito dalla Costituzione italiana non vale più», esordisce Flavio Tosi che poi aggiunge: «Certi media e l’estrema sinistra sembra abbiano già celebrato i processi con relative sentenze».

L'esponente veronese di Forza Italia Flavio Tosi, inoltre, parla di presunto «giustizialismo sommario» e di «pregiudizio ideologico caro alla sinistra», in base al quale sussisterebbe oggi «una narrazione che vede i poliziotti cattivi che fermavano delle persone povere e assolutamente inermi». Tosi, quindi, invocando «un po’ più di prudenza», ribadisce che «queste semplificazioni rischiano di distorcere le verità, che saranno accertate con la chiusura delle indagini e poi eventualmente con i processi veri, quelli dei tribunali. In quella sede - prosegue Flavio Tosi - saranno definite le eventuali responsabilità di ogni indagato, che casomai saranno solamente individuali. Ripeto individuali, non della polizia tutta come la sinistra che detesta ideologicamente le forze dell’ordine vorrebbe. Ma fino a sentenza definitiva ogni cittadino è innocente, o ce lo siamo dimenticato?», si chiede retoricamente Flavio Tosi.

Sulla vicenda è intervenuta anche Sinistra Italiana di Verona e del Veneto che, in una nota, parla di «uno scenario inquietante, che riporta alla mente di tutti/e noi le mattanze già viste in altre città e in altri anni». In aggiunta, gli esponenti di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto affermano: «Crediamo che non sia sostenibile la tesi delle "mele marce", dell’eccezione rispetto a un contesto sano. Così argomentando non si vedrebbe il cuore della questione. Il problema delle violenze da parte dei funzionari della pubblica sicurezza, in particolare nei confronti delle persone più fragili e delle minoranze, esiste e va considerato per quello che è: un grave problema per la democrazia e, al contempo, un riflesso della crisi dei nessi di solidarietà, rispetto e cultura dei diritti della nostra società».

Una posizione insomma, quella di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto, assai distante rispetto a quella del parlamentare scaligero di Forza Italia Flavio Tosi, per non dire antipodica. L'ex sindaco, infatti, al contrario ribadisce: «Gli agenti quando decidono di mettere in stato di fermo o di portare in sede qualcuno, hanno dei validi motivi, non lo fanno per antipatia o, come ho sentito dire da qualcuno in questi giorni, per motivi razziali. Un cittadino perbene, che si comporta correttamente, non finisce in questura ammanettato. E non sputa addosso alle forze dell’ordine, non le minaccia. Un cittadino perbene - insiste Flavio Tosi - non delinque, non spaccia droga, non mette in pericolo la pubblica sicurezza. Questo però non si dice, viene omesso dalla narrazione manichea di questi giorni, secondo la quale i poliziotti fermavano delle povere personcine tranquille».

La riflessione degli esponenti di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto, invece, si estende anche, sul piano più strettamente politico, al «dichiarato obiettivo della maggioranza di abolire il reato di tortura», definendo tale intenzione «un vero e proprio abominio politico e giuridico». Al contrario, nella nota di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto viene aggiunto: «Condividiamo e sosteniamo la proposta già depositata in Senato da Alleanza Verdi Sinistra (prima firmataria Ilaria Cucchi) in materia di bodycam e identificazione del personale delle forze di polizia in servizio di ordine pubblico. Questo e altri recenti casi dimostrano quanto sia necessaria, inoltre, una vera e propria "manutenzione democratica" continua delle forze di polizia, con percorsi di formazione, studio, monitoraggio, sostegno psicologico. Siamo ancora alla fase delle indagini ma, quando si arriverà alla celebrazione del processo, alla luce di quanto finora emerso, crediamo che tutte le istituzioni (dal Comune al Ministero dell'Interno) debbano esercitare il proprio ruolo anche costituendosi parte civile», concludono gli esponenti di Sinistra Italiana di Verona e del Veneto.

D'altro canto, l'onorevole di Forza Italia Flavio Tosi ha voluto riprendere alcune parole del questore di Verona, Roberto Massucci, il quale nelle scorse ore in un'intervista ha segnalato anche l'emergere, dopo lo scoppio del caso, di provocazioni in strada nei confronti degli agenti di polizia: «Se la polizia viene delegittimata, - afferma quindi Flavio Tosi - come sta accadendo proprio in questi giorni, ovvio che delinquenti, spacciatori ecc. si sentano ancora più impuniti. Già si sentono forti a causa di leggi italiane morbide e alla politicizzazione di una parte della magistratura. Figurarsi adesso, marciano spediti e gioiosi sull’attacco che sta subendo la polizia. Che invece va difesa, - conclude l'on. di Forza Italia Flavio Tosi - come vanno difese tutte le forze dell’ordine, pilastro della nostra sicurezza».

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