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Agsm, i grandi cambiamenti possibili provocano un forte dibattito

L'integrità dell'azienda e il mantenimento dei posti di lavoro sono le grandi preoccupazioni su cui ruotano le posizioni delle diverse forze politiche

A parte quello del presidente, è un periodo di cambiamenti importati per Agsm, la più grande azienda controllata dal Comune di Verona. La fusione con la vicentina Aim e i vociferati accordi con A2a e Ascopiave. E per questo di Agsm si è parlato nello scorso consiglio comunale in cui l'assemblea cittadina ha approvato una mozione della Lega che impegna l'amministrazione a coinvolgere i consiglieri nella definizione delle migliori strategie per il futuro del Gruppo Agsm. La mozione impegna inoltre l'amministrazione a tutelare sempre i dipendenti e il loro posto di lavoro al di là di possibili aggregazioni. «I dubbi sono tanti e sicuramente noi consiglieri comunali, quali rappresentanti dei cittadini, non abbiamo le certezze ma soprattutto le competenze tecniche per dire cosa sia giusto o sbagliato in merito alle scelte future - hanno commentato i consiglieri leghisti - Chiediamo che i consiglieri comunali vengano coinvolti in un processo partecipativo e che la massima attenzione sia sempre rivolta alla tutela dei dipendenti e dei loro posto di lavoro».
Una mozione criticata dalle minoranze e anche dall'ex leghista dissidente Mauro Bonato. «È evidente come il sole che la mozione della Lega nasce dalla rabbia sulla mancata nomina del loro presidente», ha scritto Bonato che teme l'aggregazione tra Agsm e A2a perché la grandezza dell'azienda lombarda potrebbe Agsm ad essere fagocitata. «Se andrà avanti la partita A2a, la nostra amministrazione verrà ricordata per aver ceduto la più importante multiutility scaligera in altre mani», chiosa Bonato.
E sempre su Agsm, il consiglio comunale di Verona ha approvato anche l’ordine del giorno di Verona Domani con cui si chiede di fornire ai consiglieri comunali lo stralcio dell’accordo che sarà sottoscritto tra Agsm, Aim e A2a. «La priorità è garantire la crescita economica ed industriale di Agsm, assicurando in tutti i modi possibili l'assoluta governance in terra scaligera e tutelando il futuro delle centinaia di dipendenti», hanno spiegato i consiglieri di Verona Domani.

Ci sono dunque due forti preoccupazioni anche all'interno della maggioranza che governa la citta su Agsm: l'integrità dell'azienda e il mantenimento dei posti di lavoro. Ed è stata la maggioranza stessa a palesarlo con la mozione e l'ordine del giorno approvati nel consiglio comunale dell'altro ieri, 11 aprile. Preoccupazioni che il consigliere comunale di minoranza Michele Bertucco non vede altrettanto presenti nel sindaco Federico Sboarina e nell'assessore alla partecipate Daniele Polato. «I partiti della maggioranza non si fidano più né dell’uno né dell’altro anche perché Sboarina e Polato riescono nell'impresa di continuare a parlare dell'operazione senza dire nulla, segno evidente che la strategia industriale non è condivisa nemmeno tra le forze che sostengono l'amministrazione», è la valutazione del capogruppo di Verona e Sinistra in Comune.

Eppure le rassicurazioni sul legame dell'azienda con il territorio e sui posti di lavoro sono state espresse con chiarezza dal sindaco Federico Sboarina, ma per il Partito Democratico queste rassicurazioni non hanno convinto neanche due partiti di maggioranza come Lega e Verona Domani. «Non rappresenta un segnale di fiducia nei confronti del sindaco e della giunta il fatto che la maggioranza senta il bisogno di impegnarli "a tutelare sempre i dipendenti" e a riferire puntualmente al consiglio comunale - è l'intervento di Federico Benini, capogruppo PD - Che bisogno ci sarebbe se la strategia fosse davvero buona come affermato da Sboarina e Polato?»

Ma a rispondere dalla maggioranza è il consigliere Stefano Bianchini. «Come sta succedendo da un anno e mezzo a questa parte, saranno i fatti positivi a parlare per conto dell'amministrazione Sboarina - ha dichiarato Bianchini - Tutti i ragionamenti su Ascopiave e colonizzazione di A2a sono tempo perso. Nessuno vuole svendere Agsm, nessuno vuole rinunciare alla territorialità, tutti vogliamo che diventi sempre più forte. Le opposizioni non sanno fare altro che parlare a vuoto e si attaccano alle presunte frizioni di maggioranza. Roba da poco perché quello che conta veramente è che i posti di lavoro siano salvi e che l'azienda esca dallo stallo in cui è stata lasciata».

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