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Aggressione nel carcere di Montorio, Lega e Battiti: "Serve più personale"

Il Carroccio e l'associazione prendono la parola dopo i fatti avvenuti nella mattinata del 15 marzo, quando due poliziotti sono stati aggrediti da un detenuto riportando alcune ferite

L'aggressione di un detenuto nei confronti di due poliziotti, avvenuta la mattina del 15 marzo nel carcere di Montorio, ha richiamato nuovamente l'attenzione sulle condizioni delle case circondariali italiane, in particolar modo di quella scaligera. 

Una situazione che già pochi giorni prima era stata affrontata da alcuni esponenti del Partito Radicale che si erano recati in sopralluogo a Montorio e sulla quale ora interviene anche Paolo Tosato, Senatore della Lega Nord, che indica questo fatto come "l'ultimo di una lunga serie di analoghi episodi verificatisi presso la casa circondariale di Montorio". Il politico leghista poi prosegue analizzando meglio la situazione: "Servono nuove regole di sorveglianza, più mezzi e soprattutto più personale. Il lavoro svolto dagli agenti di Polizia Penitenziaria è poco conosciuto dai cittadini ma è un compito fondamentale per la tutela della nostra sicurezza. Non è tollerabile che le carceri siano un luogo di tortura per i detenuti che vogliono scontare la propria pena senza creare disagi o rendersi responsabili di aggressioni ma è altrettanto intollerabile che gli agenti siano soli ad affrontare un duro lavoro, psicologicamente molto impegnativo. Ho già presentato varie interrogazioni in merito. L'ultima il 31 gennaio di quest'anno. Serve più personale ma il Governo sembra insensibile a tali richieste. Nelle prossime settimane mi riservo di far visita alla casa circondariale di Montorio per rendermi conto di persona della realtà in cui vivono e convivono detenuti e agenti".

Anche per Battiti uno dei problemi maggiori delle carceri italiane è quello del ridotto numero di personale, che non le renderebbe 'sicure' come invece dovrebbero essere: "Quando si parla di sicurezza, l’unica cosa che chiunque comprende, vuoi per esperienza diretta o indotta, è che si tratta di una chimera in Italia e a Verona". Affermano i membri dell'associazione, che poi proseguono nelle nota: "Non bastassero le quotidiane narrazioni delle 'imprese' di piccoli e grandi malfattori liberi di girare pressochè impuniti per le nostre strade, oggi dobbiamo apprendere che anche i pochi, ormai, che finiscono in galera trovano modo di creare danni, scompiglio e aggressioni a danno degli agenti di polizia penitenziaria.
Ben vengano questi episodi se servono a far emergere una realtà troppo spesso dimenticata di organici insufficienti, operatori costretti a turni massacranti e in condizioni lavorative al limite della sostenibilità e di precaria sicurezza, che mette in pericolo anche la loro incolumità. Le conseguenze di tutto ciò sono ripercussioni pesantissime sugli agenti e le loro famiglie sotto il profilo di una qualità di vita sempre meno sopportabile.
Nell’esprimere la nostra massima solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria tutti e agli aggrediti in particolare, vogliamo garantire il nostro impegno presso le autorità competenti affinchè vengano effettuate delle ispezioni presso il carcere di Verona che accertino lo stato reale delle cose, siano attivati degli interventi finalizzati al potenziamento dell’organico e venga garantito agli agenti di poter operare nelle condizioni di massima sicurezza".

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