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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Confcommercio si incontra al Ristori: "Aiutiamo le piccole imprese"

Arena, Tosi, Miozzi, Bianchi e Pelanda alla tavola rotonda per parlare di fisco. Sangalli: «Siamo la vera realtà produttiva del paese». Accese discussioni anche sul tema della politica e dei costi pubblici.

Questione fiscale, continuità aziendale in pericolo e necessità di costruire un nuovo rapporto con la politica. Non poteva che snocciolare questi temi, ieri sera, il presidente di Confcommercio Verona, Paolo Arena, all'assemblea annuale dei soci davanti a una platea di cinquecento persone nello splendido teatro Ristori, appena restaurato. Alla relazione annuale è seguita la tavola rotonda "Fisco: questione sociale e riflessi sulla continuità aziendale", moderato dal direttore di Telearena Mario Puliero.

Hanno conversato col presidente Arena il sindaco di Verona Flavio Tosi, il presidente della Provincia Giovanni Miozzi, il presidente della Camera di Commercio di Verona Alessandro Bianchi e l'economista Carlo Pelanda.  Nel finale, ha portato i suoi saluti, con un coinvolgente intervento, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Imprese per l’Italia.  La serata è iniziata con la proiezione di un filmato che ha raccontato storie di difficoltà quotidiane di esercenti in tutta Italia.  Nel 2011, 216mila imprese di servizi hanno chiuso i battenti, 106mila erano attività commerciali. Così l'Italia perde un patrimonio storico e culturale. "Così non può esserci ripresa" ha commentato Arena. "Oggi la pressione fiscale è attestata al di sopra del 60%: fino a luglio un’impresa lavora solo per le casse dello Stato. Le tasse vanno pagate, ma il prelievo deve essere equo e sopportabile. Il commercio “produce” non più del 6-7% dell’evasione fiscale complessiva: il resto a chi è imputabile? Ristoratori, albergatori e negozianti non conoscono i paradisi fiscali e non delocalizzano". E poi ci sono le banche: "Da tempo non fanno il loro mestiere: erogare credito". Le soluzioni? "Privilegiare la riduzione dei costi dell’apparato pubblico. Ridurre la pressione fiscale. Far emergere l’economia sommersa, portandola a livelli di trasparenza fiscale e introducendo il “conflitto di interessi”: cioè l’interesse del contribuente a ottenere la certificazione fiscale". Serve, infine, una nuova legge elettorale, per combattere l'antipolitica ed evitare vuoti amministrativi. Aiutare il commercio significa sviluppare imprese, quindi l'economia e l'occupazione. "Abbiamo siglato con Cgil, Cisl e Uil l’accordo di riordino complessivo sulla disciplina dell’apprendistato che, primo in Italia, fornisce risposte semplici ed agevoli alle imprese favorendo la crescita dell’occupazione giovanile. Oltre il 40% degli apprendisti vengono assunti dalle imprese dei nostri settori, che confermano poi stabilmente oltre l’80% di queste assunzioni". 

Su questi temi è proseguita anche la tavola rotonda. Il sindaco Tosi ha illustrato le scelte in materia di applicazione delle aliquote Imu e Irpef per Verona, volte a "salvaguardare le famiglie e le attività economiche, tassando chi possiede di più". Da Bianchi sono arrivati, invece, dati confortanti per Verona: "Il numero delle imprese, circa 90mila, ha subito un calo minimo dello 0,8% nel 2011. C'è un contenimento anche del calo dei consumi: l'anno scorso era del 4,5%, ma tra gennaio e marzo 2012 la percentuale non è aumentata. Le esportazioni sono in positivo. C'è infine il dato in crescita: il turismo. Nel 2011 gli arrivi sono stati tre milioni e 600mila, per oltre dieci milioni di presenze".  Ha concluso la serata Sangalli: "Le Pmi rappresentano la vera realtà produttiva del paese, in grado di rilanciare l'economia: creano posti di lavoro e aumentano il Pil, ma si fa di tutto per penalizzarle. Pensare al piccolo non è pensare in piccolo. La pura contabilità non basta, se il rigore non è accompagnato alla crescita». 

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