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Verona, bomba d'acqua sulla discarica: a Ca' Filissine è allarme rosso "percolato". "Falde a rischio"

La situazione, già critica per la profondità raggiunta è peggiorata a seguito della “bomba d’acqua” del 25 giugno che ha causato lo scoppio della tubatura che convoglia le acque perimetrali, provocando una frana

Alla discarica di Ca’ Filissine, a Pescantina, è allarme rosso “percolato”. Tanto che i beninformati spiegano che si tratta di una “lotta contro il tempo”. Le condizioni meteorologiche sicuramente non favorevoli degli ultimi giorni non hanno fatto che aggravare la condizione di inquinamento nel centro di smistamento dei rifiuti. Ora sindaco e attivisti ambientali più esponenti del Movimento 5 Stelle stanno cercando di riprendere in mano la situazione. Che rischia di precipitare: la discarica non riesce più a trattenere il percolato (il liquido inquinante provocato da infiltrazioni di acqua e decomposizione di rifiuti). Un accumulo di liquami si sarebbe formato sui teloni dei depositi rifiuti. E i livelli nel terreno, secondo le stime dei tecnici, sarebbero filtrati a 32 metri di profondità a fronte di un limite di legge fissato a 2.

FALDE IN PERICOLO - “Le forti piogge degli ultimi due mesi hanno aumentato il rischio di inquinamento della falda acquifera nelle vicinanze della discarica - spiega il Movimento 5 Stelle di Pescantina -. La situazione, già critica, per la profondità raggiunta dal percolato è peggiorata a seguito della “bomba d’acqua” del 25 giugno (85 millimetri in poche ore), che ha interessato anche la discarica. L’episodio ha causato lo scoppio della tubatura che convoglia le acque perimetrali, provocando una frana sul lato a Nord della discarica. Il materiale trasportato dalle acque è quindi scivolato verso il basso riversandosi all’interno della discarica. L’abbondanza delle piogge, anche in questi ultimi giorni, ha provocato un nuovo aumento di percolato, rendendo inutili i lavori di regimazione delle acque, effettuati negli ultimi mesi e costati decine di migliaia di euro. Il lago, formatosi sopra i rifiuti, ha superato le argille di impermeabilizzazione, infiltrandosi nel terreno e aumentando progressivamente il livello di inquinamento. È la stessa azienda che gestisce la discarica, la Daneco, a segnalare, in una lettera spedita all’amministrazione comunale all’indomani dell’evento del 25 giugno, “l’innalzamento repentino del livello di percolato e di acque contaminanti” pari mediamente a 40 centimetri e a più di 60 centimetri sui pozzi più influenzati dagli accumuli, con una punta, in un singolo caso, di 90 centimetri”.

Il Movimento 5 Stelle si è fatto sentire su questo tema in parlamento, tramite un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, presentata dalla deputata Francesca Businarolo, e in consiglio a Comunale, con un’interrogazione al sindaco Luigi Cadura, presentata dal consigliere Diego Verona, in cui si chiede di valutare la richiesta di concessione dello stato di calamità naturale. La Daneco finora avrebbe speso circa 435mila euro per lo smaltimento del percolato.

LE REAZIONI - “Si tratta di una situazione che appare senza sblocco – sottolinea Businarolo – adesso l’azienda sostiene di non poter più arginare il percolato per mancanza di soldi. A pagare tutto ciò, come del resto succede da anni sono i cittadini di Pescantina, con una grave ipoteca sulla loro salute. Al ministero chiediamo anche di procedere a controlli sullo stato attuale della contaminazione anche tramite verifiche da parte del Comando carabinieri tutela ambiente”. Il sindaco Cadura intanto ha tranquillizzato gli attivisti e tutti coloro che si preoccupano di ciò che ruota attorno alla discarica: analisi Arpav e di Acque Veronesi sarebbero sempre attive. E presto verrà convocata una conferenza dei servizi per individuare le procedure adeguate a reperire i soldi necessari allo smaltimento del percolato. Lunedì prossimo è fissato il Consiglio comunale a Pescantina dove, all’ordine del giorno, si discuterà anche della situazione “disastrosa” di Ca’ Filissine.

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