"Tempi nuovi" di Cristina Comencini in scena a Verona sul palco del Teatro Nuovo
Chiude Il Grande Teatro (dal 10 al 15 aprile) "Tempi nuovi" di Cristina Comencini con Ennio Fantastichini e Iaia Forte, regia della stessa Comencini. Lo spettacolo è prodotto da ENFI Teatro e dal Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale.
Dopo essersi cimentata con successo nella sceneggiatura – in particolare a quattro mani con Suso Cecchi d’Amico con cui firma per la televisione Cuore di Edmond De Amicis nel 1984 e La storia di Elsa Morante nel 1986 – Cristina Comencini debutta nella regia cinematografica nel 1988 col film Zoo, protagonista una tredicenne Asia Argento. Firma successivamente I divertimenti della vita privata (1992) con Giancarlo Giannini e Vittorio Gassman, La fine è nota (1992) con Mariangela Melato, Carlo Cecchi e Valeria Moriconi, Va’ dove ti porta il cuore (1996) con una grande Virna Lisi e La bestia nel cuore (2005) tratto dal suo omonimo romanzo del 2004, il quinto dopo l’esordio letterario nel 1991 con Le pagine strappate. Al libro La bestia nel cuore seguono altri sei romanzi. L’ultimo, Essere vivi, è del 2016. Parallelamente alla scrittura, continua la sua attività di regista cinematografica. Il suo ultimo film, Qualcosa di nuovo con Micaela Ramazzotti e Paola Cortellesi, è del 2016. Negli ultimi anni Cristina Comencini si è avvicinata alla scrittura di testi teatrali. Tra questi, La traviata (2000), Due partite (2006), Est-Ovest (2009) e La scena (2015) da cui è tratto Tempi nuovi che mette in scena un nucleo famigliare investito dai cambiamenti veloci e sorprendenti della nostra epoca: elettronica, mutamento dei mestieri e dei saperi, nuove relazioni. Un terremoto che sconvolge comicamente la vita dei quattro personaggi della commedia: padre, madre e due figli.
«L’idea di questo spettacolo – dice Cristina Comencini – mi è venuta dall’osservazione della vita di tutti noi che abbiamo un pezzo nel passato (libri, lentezza e analisi) e uno, necessariamente, nel futuro. Questa velocità che ci viene imposta dalla tecnologia ci ha cambiato. C’è una generazione che ha ereditato nozioni in modo più profondo ed è ora catapultata in un mondo in cui le notizie si devono dare in due minuti, possibilmente in cinque righe. Un bel salto. E poi c’è Il confronto generazionale, piuttosto comico. Antonio che deve fare una ricerca sulla Resistenza e si fa aiutare dal padre, pensa che il genitore la Resistenza l’abbia veramente fatta. Non ha mai memorizzato le date e non capisce che il padre è nato dopo.
“La vita è faticosa se la vuoi capire” dice Giuseppe al figlio: “Ma io non voglio capire tutto” replica Antonio». Giuseppe è uno storico e saggista che vive in mezzo ai libri. Il figlio Antonio vola invece leggero in un mondo fatto di collegamenti web senza legami col passato, tranne quando deve scrivere un compito sulla Resistenza e per questo ha bisogno del padre. Sabina è la moglie di Giuseppe, una giornalista che si sente “moderna” per avere seguito un corso di aggiornamento sull’elettronica e avere in questo modo imparato a dare una notizia in tre righe. Clementina è la figlia maggiore della coppia. Vive fuori casa e i genitori la credono felicemente fidanzata con Davide. Le cose non stanno così e un annuncio che Clementina farà ai genitori metterà a dura prova la “modernità” della madre. Stanco di essere l’unico a portare tutto il peso del passato e della Storia, Giuseppe riserverà ai suoi un insospettabile colpo di scena finale.
(fonte Comune di Verona)