Visita guidata gratuita al Museo dell’Arte del Ricamo di don Nicola Mazza
In concomitanza con la festa contro la violenza sulle donne il Museo Diocesano d’Arte di San Fermo Maggiore organizza una visita guidata al Museo dell’Arte del Ricamo di don Nicola Mazza. L’evento è previsto domenica 5 marzo alle 16 con ritrovo alle 15.30 davanti al cancello del chiostro della chiesa di San Fermo Maggiore. La prenotazione è obbligatoria al numero 3496474617.
La visita guidata segue l’incontro che si è tenuto il 19 febbraio nell’auditorium del Museo Diocesano a cui hanno partecipato circa duecento persone. Durante la giornata è stata presentata un’antica coperta in Boutis provenzale e altri manufatti tessili religiosi finemente ricamati rinvenuti recentemente nel monastero di clausura di Santa Elisabetta a Verona. Proprio grazie al successo dell’iniziativa e all’interesse dei molti partecipanti, il Museo ha pensato di proporre una visita guidata gratuita la domenica antecedente la festa della donna. Come per l’incontro del 19 febbraio, questo è organizzato in collaborazione con l’associazione Punti d’Incontro e il Gruppo Giovani di Povegliano. Ad accompagnare i visitatori saranno le maestre ricamatrici dell’associazione, che opera all’interno dell’istituto femminile don Nicola Mazza, e la maestra Gabriella Gallio, ultima discendente della scuola del fondatore veronese.
Sarà un’occasione unica per ammirare splendidi capolavori dell’arte del ricamo e per mantenere vivo il ricordo di quanto fatto da don Mazza. Il suo messaggio di carità era infatti rivolto alle bambine indigenti del territorio e alle “morette” provenienti dall’Africa. Alle piccole veniva insegnato il lavoro del ricamo per poter facilitare il loro inserimento in società e costruirsi così un futuro. Non c’è occasione migliore, quindi, della festa contro la violenza sulle donne per omaggiare queste piccole grandi donne rimaste purtroppo nell’anonimato, e l’arte manuale femminile che sa produrre dei veri e propri capolavori.
«La tradizione biblica – ricorda il direttore del Museo Diocesano don Maurizio Viviani - ci consegna diversi significati legati al tessuto, “invenzione” dell’uomo. Questi, raccogliendo fiori e frutti, e trattando parti di animali come la lana, crea tessuti non solo per coprirsi, ma anche per ostentare la ricchezza, creare distinzione sociale e rappresentare il potere. Questi e altri elementi sono sottolineati in tutte le strutture sociali. La Chiesa, dal canto suo, - continua Viviani – ha sempre fatto un ampio utilizzo di tessuti soprattutto nella liturgia, per rivestire di bellezza i sacri riti e per evidenziare come ogni forma di bellezza, inclusa quella delle suppellettili e degli abiti liturgici, doveva essere un rimando alla bellezza di Dio e della vita cristiana».
Sono molti i manufatti tessili che si possono ammirare: piviali, centrotavola, corredi matrimoniali, disegni, materiali dell’antica scuola di ricamo quali fili in seta, utensili, ma anche il famoso bouquet di fiori finti lodato dall’imperatrice Sissi; e poi ancora documentazione sulla presenza delle “morette” e del loro inserimento, diplomi e medaglie di benemerenze. L’istituto, nel 1842, conteneva infatti tre laboratori: uno di ricamo in seta, oro e argento bianco, un altro di fiori artificiali e l’ultimo per allevare bacchi da seta, filare, lavorare e tingere la seta. Fino al 1960 fu una scuola di altissimo livello che ha prodotto capolavori ed arricchito famiglie nobili e borghesi con preziosi corredi. Di tutto questo ne può dare viva testimonianza Gabriella Gallio, l’ultima maestra cooperatrice della Carità di don Nicola Mazza, che tiene le redini del Museo aperto nel 1990. Ad oggi per visitarlo bisogna telefonare, in quanto chiuso per motivi gestionali. La visita diventa così un’occasione preziosa per scoprire un piccolo scrigno della cultura veronese.
(fonte foto Museo dell’Arte del Ricamo di don Nicola Mazza)