Mostra del Veronese alla Gran Guardia dal 5 luglio. Restaurata la "Cena in casa di Levi"
Si è appena concluso il cantiere di restauro della Cena in casa di Levi, opera appartenente alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, ma in deposito dal 1910 presso la Sala Arazzi di Palazzo Barbieri, a Verona.
L’importante intervento è stato realizzato in occasione della mostra che inaugura il 5 luglio 2014 al Palazzo della Gran Guardia: saranno più di 100 le opere di Paolo Veronese. L’esposizione vanta la prestigiosa collaborazione, con prestiti reciproci, della National Gallery di Londra, la quale presenterà una mostra dedicata proprio al maestro.
L’enorme tela, ben cinque metri e mezzo per dieci, è stata riportata all’originario splendore dallo studio di restauro Barbara Ferriani, dopo più di un anno di ricerche e lavori. Un grande successo per l’allestimento della formula del cantiere aperto nella sede del Museo degli Affreschi.
La scelta ha fatto sì che migliaia di visitatori abbiano potuto apprezzare le operazioni in diretta. Sono stati infatti più di 100 i gruppi di studiosi, curiosi e spettatori attratti dall’opportunità di ammirare l’equipe all’opera. Un’occasione più unica che rara, vista la generale necessità di molti beni a rischio e la tendenza dominante all’abbandono. Siamo abituati ad assistere alla loro decadenza e, avvezzi alle mancanze, ciò che dovrebbe essere prassi ci stupisce, purtroppo raramente.
Il restauro della Cena in casa di Levi costituisce indubbiamente l’antefatto glorioso di un’importante mostra imminente, ma, dato ancora più rilevante, simboleggia l’azione di sensibilizzazione ormai attuata dal privato nei confronti dello Stato.
L’impresa economica è stata infatti resa possibile grazie al generoso contributo della Banca Popolare di Verona, del gruppo Inner Wheel-Distretto 206 e di Fondazione CittàItalia, in collaborazione con il Museo di Castelvecchio e l’Università di Verona.
I risultati dettagliati di questi quattordici mesi di lavori saranno presto pubblicati. Analisi non invasive, con speciale tecnica di immagini a infrarossi, hanno permesso di ricostruire attentamente le fasi del processo di lavorazione: i vari ripensamenti e pentimenti, le realizzazioni delle architetture, le stesure pittoriche e l’inserimento dei personaggi.
Ma un’importante conferma ne legittima ulteriormente l’importanza. Il dipinto dell’episodio biblico fu commissionato a Paolo Veronese dall’Ordine Domenicano della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia. Tuttavia, grazie al restauro è stato possibile riconoscere le mani di almeno tre artisti, gli Haeredes Pauli: Benedetto, Carletto e Gabriele Caliari, fidati collaboratori della Bottega, nonché figli di Paolo, ai quali la tradizione aveva sempre attribuito esiti artistici modesti. Una gran bella smentita insomma.