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La Divina Commedia chiude l'estate dell'Arena

Il 2 ottobre l'imponente allestimento curato da Manolo Casalino e Maurizio Colombi

"Non è un'opera pop, ma nemmeno un'opera classica". Queste le parole di Marco Frisina, compositore della colonna sonora dello spettacolo. Sarà. Ma l'operazione di mettere in musica la Divina Commedia di Dante si avvicina, se non combacia perfettamente, a quelle di musical di successo che sono nati come funghi negli ultimi anni. I numeri sono da kolossal: due mesi di lavoro (per adeguare lo spettacolo agli spazi dell'Arena) e cinquanta artisti fra cantanti, attori, acrobati, coristi e ballerini.

Sarà una discesa agli Inferi e una risalita verso il Paradiso in cui la musica si adatterà alle caratteristiche di ogni singolo personaggio: "L'Inferno è rock - afferma Frisina - si merita le chitarre distorte, mentre l'aria di Francesca è romantica. Nel Purgatorio spazio ad atmosfere malinconiche, si sente la nostalgia del Cielo. In Paradiso, invece, si sentono in lontananza i canti gregoriani della preghiera".

In un certo senso con lo spettacolo del 2 ottobre la Divina Commedia torna a casa: "C'è un rapporto speciale fra Dante e Verona" - continua Frisina - "esule da Firenze trovò la sua nuova patria qui. In pochi giorni perse tutto, sperimentando il dolore, ma le difficoltà della propria vita le tramutò in Commedia".

Un'opera in due atti, di cui il primo è incentrato sul prologo e la discesa all'Inferno e il secondo sull'ascesa al Purgatorio e al Paradiso, il tutto inserito in un mix di musica, letteratura, danza e arte figurativa.

"Abbiamo organizzato l'evento" - afferma il sindaco Tosi - "sia per la tipologia nuova di spettacolo, che al suo interno ospita generi diversi, e poi anche per i valori positivi che esso veicola. Sono rare le occasioni in cui si riesce ad arrivare al grande pubblico con questi valori, amcne perché i mass media non danno certo una mano".

Concorda con questo concetto anche Monsignor Grandis, vicario per la cultura, l'università e il sociale della Diocesi di Verona: "Le parrocchie portino i giovani. Hanno bisogno di cultura. Sono pieni di valori di consumo, ma peccano in quelli non materiali". Concludendo: "Una civiltà non si misura dal portafoglio".

Il costo dei biglietti va da 18 euro a 80 euro (più prevendita).
Duemila biglietti somo messi a disposizione delle scuole medie e superiori a prezzo ridotto (sette euro).
 

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