"Generations", in arrivo quattro serate di alta cucina tra le vie di Verona
Al via il progetto Generations per avvicinare i giovani all’alta cucina tramite le mani di una nuova generazione di cuochi pronti a ridare valore al proprio territorio. I primi appuntamenti a quattro mani saranno il 23 ottobre al ristorante 12 Apostoli e il 15 novembre al ristorante Perbellini.
L’idea era stata presentata già a maggio 2018 in una grande serata inaugurale ospitata da Villa Allegrini. Matteo Rizzo del ristorante Il Desco, Mauro Buffo dei 12 Apostoli, Francesco Baldissarutti di Perbellini, Michael Silhavì del ristorante Ponte Pietra e Matteo Grandi del De Gusto avevano accolto gli ospiti per presentare il progetto. Una serie di eventi per unirsi con amici e colleghi che condividono l’amore per il proprio territorio e che lo vivono, ogni giorno, da protagonisti.
Il progetto
Si chiama Generations e nasce da una necessità, quella di far riscoprire la cucina di Verona, donarle una nuova veste e farla apprezzare anche dai palati più giovani.
Una tradizione gastronomica, quella veneta, che viene a volte messa in secondo piano rispetto ad altre cucine regionali, ma che continua a vivere e ad evolversi all’interno di ristoranti, osterie e locande del territorio.
Un patrimonio che non deve andare perduto e che per questo deve essere fatto conoscere anche a una clientela più giovane, quella che spesso invece si allontana intimorita davanti a un’insegna gourmet. A questo scopo, già da tempo ormai, Il Desco ha creato il progetto Under30, alcune settimane all’anno dedicate a chi ha meno di 30 anni in cui l’intero menù è disponibile con uno sconto del 50%.
Animati da queste esigenze, alcuni giovani ristoratori di Verona, innamorati della propria terra e di ciò che può offrire, hanno deciso di unire le voci creando Generations.
In principio fu un libro: Generations | Il Desco, a fine dining story. Un libro che parla di uno chef, ma prima di tutto di un uomo e delle sue passioni. Affiancare la cucina a una moto, un tatuaggio, un cocktail o un viaggio significa far percepire il mondo che si nasconde dietro alle mani che realizzano un piatto, un vissuto che inevitabilmente, e fortunatamente, influenza la scelta di certi ingredienti, sapori e combinazioni. Al libro hanno preso parte molte realtà di Verona che interpretano a loro modo, ciascuno con le proprie attività e con la propria arte, la città nelle sue tante sfumature. Ogni capitolo, inoltre, porta la firma di una penna importante del mondo gastronomico italiano, giornalisti del settore food che hanno voluto dare il proprio contributo a questo progetto.
I protagonisti
Ristorante Il Desco
di Matteo ed Elia Rizzo, due generazioni a confronto
Ristorante 12 Apostoli
guidato oggi dal giovane patron Filippo Gioco con lo chef Mauro Buffo
Ristorante Perbellini
a Isola Rizza, sotto la direzione di Paola Secchi e lo chef Francesco Baldissarutti
Ristorante Osteria Ponte Pietra
di Gianni Pascucci e Diana Tropinina, con lo chef Michael Silhavì
Ristorante De Gusto
a San Bonifacio, alla guida lo chef e patron Matteo Grandi con Elena Lanza
Il programma
Ora Generations è pronto ad esplodere tra le vie della città, in una serie di cene a quattro mani che vedranno affiancarsi Matteo Rizzo ad altri grandi chef della città, giovani cuochi dai curricula stellati che stanno facendo grande il nome di Verona attraverso ricerca e dedizione.
I primi due appuntamenti sono fissati per martedì 23 ottobre al ristorante 12 Apostoli con lo chef Mauro Buffo, e al ristorante Perbellini di Isola Rizza, giovedì 15 novembre, con l’executive chef Francesco Baldissarutti. Altre due serate sono previste per i primi mesi del 2019 e vedranno coinvolti gli chef Michael Silhavì del ristorante Ponte Pietra e Matteo Grandi, chef patron del De Gusto di San Bonifacio. Quattro percorsi degustativi realizzati a più mani e studiati appositamente per guidare i clienti in un viaggio dentro e fuori le mura di Verona. A completare il percorso, i vini della Cantina Allegrini, protagonista della storia della Valpolicella dal XVI secolo, che, con gli chef, condivide gli obiettivi del progetto.
“Ci auguriamo che il pubblico veronese risponda con entusiasmo, prendendo parte anche a questi appuntamenti. Soprattutto speriamo di catturare l’attenzione di un pubblico giovane, che spesso rimane lontano dai ristoranti di alto livello per timore o per poca curiosità”.
Gli chef
Matteo Rizzo | ristorante Il Desco
Nato a Verona nel 1984, Matteo e? nelle cucine del Desco gia? da ragazzo, durante le stagioni estive apprende le basi sia di sala che di cucina. Poi l’istinto di volare via, il bisogno di conoscere altre realtà, confrontarsi con cucine e culture diverse. Lavora a Roma, Los Angeles, Londra e Las Vegas, crescendo professionalmente e imparando ad adottare nuovi punti di vista. Dopo aver elaborato una nuova consapevolezza di sé e della sua visione di ristorazione, è pronto a ritornare nel ristorante di famiglia ad affiancare il padre Elia nelle cucine de Il Desco. Matteo torna cambiato, cresciuto e arricchito dalle esperienze vissute all’estero, con una conquistata sicurezza che garantisce continuita? a una storia della cucina italiana che continua da 30 anni e che gli permette di mettere in atto un passaggio generazionale pacato e rigoroso. Oggi, alla guida de Il Desco, lo chef riflette nei suoi piatti esperienze, viaggi e passioni, ma allo stesso tempo riporta a galla un patrimonio di tradizioni culinarie del territorio che fanno da linee guida alla sua cucina. “L’ essere ristoratore presuppone un’ottima preparazione in tutti i modi e sensi. A mio modo, sto (ap)portando un po’ di positiva ‘innovazione’. Non intesa come avanguardia o stravaganza creativa, ma come inevitabile espressione di me e della mia intimita?”.
Mauro Buffo | ristorante 12 Apostoli
“Mauro Buffo è un uomo autentico, schietto e determinato, la sua cucina non può che corrispondergli” - Così Massimiliano Alajmo parla dello chef del ristorante 12 Apostoli, insegna storica veronese che ha recentemente vissuto un rilancio grazie alla quarta generazione della famiglia Gioco, nella figura di Filippo, classe 1986, che ha voluto rivoluzionare il locale pur mantenendo la tradizione. Ad aiutarlo in questo passaggio per far rivivere il ristorante di una nuova luce, lo chef Mauro, veronese d’origine che ritorna in patria dopo una vita professionale trascorsa per gran parte altrove. Nel suo curriculum vanta una serie di maestri illustri, da Gualtiero Marchesi a Massimiliano Alajmo, per poi arrivare in Spagna sotto la guida di Ferran Adria? a El Bulli, fino a New York al Bouley Restaurant e successivamente al ristorante Falai. Piovono stelle Michelin nel suo passato, poi il ritorno alle origini. “Avevo voglia di tornare a casa, dopo essere rimasto distante per tanto tempo. Ho riscoperto il contatto con la natura, col territorio […] Mi piace essere tornato in Italia: si mangia bene, ci stiamo togliendo dai vestiti quella polvere anni '60 che fino a qualche tempo fa era ancora depositata sulla nostra cucina. È il nostro momento d'oro, dopo gli spagnoli, i nordeuropei e proprio quando, secondo me, si stanno risvegliando anche i francesi. Sono molto soddisfatto”. Oggi Mauro, ai 12 Apostoli, combina vari aspetti della ristorazione: gusti, consistenze, colori, design, culture.
Francesco Baldissarutti | ristorante Perbellini
Originario di Bassano del Grappa (VI) ma trasferitosi fin da piccolo a Santo Stefano di Cadore nel bellunese, Francesco Baldissarutti sviluppa da subito un forte legame con la natura e con la cucina. Nel suo curriculum si leggono stagioni in montagna che lo hanno forgiato, esperienze in templi del gusto tra i quali El Celler de Can Roca, il San Domenico a Imola e il Tantris a Monaco. Nel 2003 approda al ristorante Perbellini dove riveste il ruolo di Sous-Chef per dieci anni. Nel 2014 accetta di assumere il comando della brigata di cucina mettendo a frutto anni di esperienza e sensibilità. Grande conoscitore della materia prima e appassionato di erbe spontanee e prodotti dei suoi boschi dolomitici, dirige oggi con maestria un team di persone motivate. Appassionato delle cotture lente, lo spiedo che campeggia al centro della sua cucina è lo strumento che più usa per le cotture sia di carni che di pesci che di verdure. I brodi aromatizzati alle erbe sono invece i condimenti che predilige per completare le sue creazioni gastronomiche. “Ho capito che tutto parte da un pensiero, ma ci sono tanti modi differenti di pensare: dalla comprensione trovi il tuo mix e ti rendi conto che puoi cogliere la tua peculiarità, quella che ti identifica e dà personalità ai tuoi piatti”.
Michael Silhavì | osteria ristorante Ponte Pietra
Nel suo cognome si intuiscono origini francesi, ma è Verona la città che lo ha cullato e che lo ha fatto innamorare. Michael Silhavì, classe 1986, dopo alcune esperienze in ristoranti della città, all’età circa di 20 anni decide di partire, sentiva la necessità di allontanarsi dalle rassicuranti abitudini di casa per andare a conoscere e sperimentare delle nuove visioni di cucina, non per forza migliori, ma diverse. Aumentare le angolazioni per poi poter scegliere il proprio personale punto di vista. E così New York, Londra, Bangkok. Matura una serie di esperienze stellate prima allo Zafferano di Londra, poi a La Peca di Vicenza. Eppure, l’esperienza che ha segnato maggiormente il suo approccio alla cucina è stata al suo rientro in patria, tra le mura del ristorante Perbellini di Isola Rizza (VR) in cui ha trascorso tre anni nel ruolo di capopartita. Dal 2014 Michael è lo chef dell’Osteria Ristorante Ponte Pietra, sulla riva dell’Adige propone una cucina che è la commistione di una tradizione territoriale alla quale è fortemente legato e di uno spirito ribelle che gli ha fatto girare il mondo e poi lo ha riportato oggi qui, con una nuova e ritrovata consapevolezza culinaria fatta di sperimentazioni e azzardi.
Matteo Grandi | ristorante De Gusto
Matteo Grandi nasce a Vicenza nel 1990 e già a 14 anni comincia a lavorare nei locali della zona. Dopo il diploma, a 18 anni, decide di lasciare l’Italia e andare all’estero per fare esperienza. Prima Shanghai e poi l’incontro che gli cambia la vita, ma soprattutto la cucina, quello con il francese Jean Claude Fugvier. Per sei anni Matteo lo accompagna in diversi ristoranti della catena Park Hyatt. Prima in Cina a Shanghai, poi in Kuwait e infine in India. Nel 2013 Matteo torna in Italia. È un uomo maturo che ha fatto bagaglio di numerose esperienze culinarie, ma anche di un modello organizzativo che in Italia spesso manca. Quasi per gioco Matteo si iscrive ai provini per la prima edizione italiana di Hell’s Kitchen, la vittoria del programma televisivo gli consente di lavorare per tre mesi come executive chef al ristorante Hell’s Kitchen del Forte Village Resort, in Sardegna. Lì ha la possibilità di lavorare a quattro mani con chef come Carlo Cracco, Bruno Barbieri, Emanuele Scarello, Andrea Berton, Enrico Crippa. Nel 2015 inaugura il suo ristorante De Gusto a San Bonifacio (VR) animato da una filosofia: ‘less is more’. Sì perché togliere è meglio che aggiungere, il rigore e la pulizia si accompagnano a fantasia e talento, tradizioni e prodotti del territorio rivivono nella mani dello chef.