Digitalmeet 2018, nasce l'umanesimo digitale
Impossibile contenere tutto in cinque giorni. DIGITALmeet 2018 è un fiume in piena che trascina oltre 150 incontri (tutti gratis) e 300 speaker in 15 regioni: la sesta edizione del festival diffuso sul mondo dell’alfabetizzazione digitale più grande d’Italia, organizzata da Fondazione Comunica e Talent Garden (TAG) Padova con il patrocinio dell’Università di Verona e la main partnership di un istituto bancario orientato all’innovazione come Crédit Agricole FriulAdria va in scena da mercoledì 17 a domenica 21 ottobre, con partenza anticipata a lunedì 15 e chiusura posticipata a martedì 23 per dare spazio a tutti gli stimoli ricevuti dalle comunità digitali, secondo la consueta logica del bottom-up.
Dalle imprese alle istituzioni, dagli esperti ai neofiti, la contaminazione è trasversale e tutti sono invitati a partecipare. L’hashtag è #DM18, lo slogan è quello che accompagna il festival dal 2013: Scopri, Usa, Crea, Sogna. E la bussola è su www.digitalmeet.it.
Dopo aver analizzato le potenzialità e il lato oscuro del digitale, DIGITALmeet esplora nuovi orizzonti e alza il sipario sull’innovazione che fa bene: conoscere la tecnologia e ridurre il digital divide non è importante solo per tutelarsi dai pericoli e stare al passo con i tempi, ma anche per far crescere le imprese e migliorare le nostre vite. Il modello è quello giapponese della Society 5.0, che mette l’Intelligenza Artificiale al servizio dell’uomo e dei suoi bisogni, non solo nell’ambito della produzione e dell’economia ma anche e soprattutto nei campi della medicina, della ricerca e di tutte le attività che contribuiscono al benessere sociale, tempo libero compreso. In quest’ottica, DIGITALmeet rinnova il suo impegno con i corsi di formazione aperti a tutti gli attori del territorio, con i Digital Evangelist che entreranno nei supermercati Despar per dispensare consigli ai clienti e con gli studenti del Liceo Galilei di Verona che parteciperanno ai progetti di alternanza scuola-lavoro e con Sogni?, la birra che verrà offerta dal Birrificio Antoniano al pubblico dei principali eventi. Ecco gli eventi in programma a Verona.
Lunedì 15 il Polo Santa Marta dell’Università di Verona ospita I trend della digitalizzazione nella logistica del Largo Consumo, un incontro in collaborazione con Number1 che riflette su come la tecnologia sia sempre più al servizio della logistica 4.0. Al centro della sfida c’è appunto la figura dell’operatore logistico, chiamato a fornire servizi in grado di gestire tutte le informazioni relative a distribution e werehousing. L’elenco dei relatori include Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona, Renzo Sartori, presidente Number1 e anche due case history di aziende leader nel mondo del Largo Consumo.
Mercoledì 17 il Laboratorio di Robotica ALTAIR dell’Università di Verona ospita un incontro dal titolo Sanità 4.0: la salute nell’era della robotica e dell’intelligenza artificiale. Il dibattito sarà guidato da Paolo Fiorini, docente ordinario di Informatica all’Università di Verona, e prenderà le mosse da una semplice constatazione: il ritardo della sanità sul modello dell’Industria 4.0. L’obiettivo è dimostrare che l’integrazione di robotica, informatica e intelligenza artificiale può migliorare i processi di terapia e diagnosi in diversi campi medici, a partire dalla chirurgia e dall’assistenza ad anziani e disabili. Dopo il successo di un anno fa, l’Università di Verona rilancia l’appuntamento con le visite guidate al Museo di Storia dell’Informatica. Porte aperte da mercoledì 17 a venerdì 19 due volte al giorno, la prima alle 9.30 e la seconda alle 11.30, per mostrare i gioielli delle tre sezioni: dal pallottoliere dell’epoca pre-meccanica al Commodore 64 dell’epoca elettronica, passando per la calcolatrice Olivetti Divisumma 24 dell’epoca meccanica.
Sabato 20 inoltre il Dipartimento di Informatica ospiterà 64K STUNNING RUNNING, una gara di rétro coding organizzata dal Museo di Storia dell’Informatica e dal Museo Piemontese dell’Informatica che metterà di fronte gli studenti veronesi di diverse scuole superiori per programmare il Commodore 64 in linguaggio BASIC interpretato, cioè «come una volta».