"Dalla Giusta Parte" con Medici per la Pace al Teatro Camploy
Medici per la Pace vi invita a teatro per lo spettacolo “Dalla Giusta Parte". Perchè? Per sostenere le attività di Medici per la Pace a favore delle famiglie in difficoltà economica sul territorio di Verona. Come? Con l’acquisto del biglietto per assistere allo spettacolo. Grazie alla collaborazione con il Gruppo di Teatro Einaudi Galilei, l’evento coniugherà cultura e impegno sociale, per una serata piena di emozioni!
Lo spettacolo
di Borislav Varga
Regia: Renato Baldi e Francesca Pisani
“Nel centenario della Grande guerra (ma nell’anno di Caporetto), anche il Gruppo Teatro Einaudi-Galilei ha voluto essere presente e far sentire la propria voce, ma l’ha fatto alla sua maniera – senza retorica e senza trionfalismi, anzi con amara, dolente ironia – costruendo attorno al tema della guerra (di tutte le guerre) due episodi “belli e terribili”. Uno sguardo diverso, una spietata luce che illumina senza calore.
Durante una festa molto molto borghese e molto fatua, piccolissimi, quasi insensibili accenni rivelano che FUORI di lì (e SOTTO di lì), si cela un mondo terribile fatto di prevaricazioni, violenze, torture, omertà, delirio di onnipotenza, morte. La dorata crosta delle chiacchiere da salotto e dei discorsi inconcludenti, si incrina appena, lasciando spurgare a tratti il marcio che c’è sotto, per poi immediatamente ricoprirlo di nuove chiacchiere, nuovi ipocriti sorrisi e nuovi vestiti. Il finale, terribile, non lascia spazio alla speranza: il Fuori si fa Dentro, il Sotto si affianca al Sopra. È un ritratto metaforico che ci guarda dritto negli occhi, perché in un modo o nell’altro siamo tutti parte di questa festa. Tutti sempre dalla giusta parte. Due vecchi coniugi vivono in una piccola casa nella terra di nessuno, sotto le bombe di una guerra eterna tra due paesi confinanti e si occupano del recupero dei cadaveri delle due parti, per restituirli ai loro familiari una volta cessate le ostilità. Finalmente la guerra finisce, ma il nuovo confine assurdamente spacca in due la loro casa: così per andare dalla cucina al bagno bisogna mostrare il passaporto alla guardia kafkiana che controlla, giorno e notte, la vita della coppia. Perfino il letto è diviso in due e per trovare un momento di intimità i due protagonisti vi si devono nascondere sotto, nei pochi momenti in cui la guardia è distratta. Ma questa guardia ha un’aria familiare: non sarà il figlio che anni prima i due genitori avevano messo alla porta? Così il conflitto che prima avveniva fuori, si sposta all’interno, i ricordi si fanno laceranti, il dubbio artiglia l’anima, la verità è sempre… dalla giusta parte. Una rappresentazione a metà fra il realismo di una situazione «balcanica» (o israelianopalestinese o… berlinese) e la sua trasfigurazione allegorica, un atroce sberleffo alla follia della guerra, ma anche la dolorosa pena di chi con la guerra ha perso tutto.
La scenografia, volutamente minimalista, accompagna nei toni del grigio le due vicende, perché in queste assurde atrocità non c’è niente da vedere, non c’è niente di bello da mostrare".