rotate-mobile
Cultura Legnago / Via XX Settembre, 26

La riscoperta dell'opera "La scuola de' gelosi" al Teatro Salieri di Legnago

Salieri compose questo lavoro per il Carnevale di Venezia del 1779 e decise di aggiornarlo con due grandi arie sotto la supervisione di Da Ponte per una prima mondana importantissima: il ritorno a Vienna della compagnia dei cantanti italiani nel 1783

Dopo aver promosso all'interno della stagione del Teatro Salieri una sezione dedicata al compositore e aver varato progetti speciali di divulgazione sulla sua opera strumentale, vocale e didattica, Legnago ha inteso restituire all'orecchio moderno l'opera che tributò il maggior successo in vita ad Antonio Salieri. Un record segnato da oltre 50 allestimenti nel corso di un trentennio. Da Bologna a Lisbona, da Parigi a Londra, da Madrid a Zara, le pagine della Scuola de' Gelosi hanno portato il talento di Salieri sui palcoscenici d'Europa. Ma non solo. Salieri, che compose questo lavoro per il Carnevale di Venezia del 1779, decise di aggiornarlo con due grandi arie sotto la supervisione di Da Ponte per una prima mondana importantissima: il ritorno a Vienna della compagnia dei cantanti italiani nel 1783. Era evidente che il compositore veneto si giocasse molto in questa occasione in termini di visibilità e reputazione: la scelta insomma non fu casuale.

Fin qui possiamo restituire il corso degli eventi. Quello che non si può restituire compiutamente è l'entusiasmo di una avventura a più mani e con una speciale ottica: quella della messa in scena. Il taglio di un teatro è sempre spurio: è impresa e ricerca. Era a tutti chiaro come l'operazione dovesse essere condotta con l'obiettivo preciso dell'alzata del sipario. Salieri in questo ci ha dato un grosso aiuto. Ed è stato il suo ordine, la sua puntigliosità a fornire il supporto più importante. Quando il compositore morì nel 1825, per volontà testamentaria infatti, tutti i suoi autografi vennero traslati alla Hofkapelle, dove furono custoditi fino al trasferimento alla Biblioteca nazionale austriaca (Österreichische Nationalbibliothek, ÖNB). Ed è lì che i suoi lavori giacciono, in perfetto stato di conservazione.

Nonostante nelle biblioteche italiane siano custodite diverse copie manoscritte della Scuola, la possibilità di accedere alla fonte primaria è stata senza dubbio decisiva. Il lavoro di trascrizione, curato da Jacopo Cacco con le indicazioni del maestro concertatore Giovanni Battista Rigon, ha posto subito una questione principale. Ovvero quella sulla scelta della versione da utilizzare. Il successo dell'opera diventa in questo caso la sua debolezza: difficile decidere quale preferire tra confezioni anche molto diverse tra loro. Senza dubbio la filologia avrebbe imposto di attenersi all'originale, cioè alla partitura veneziana del 1778. Ma il palcoscenico ha le sue leggi: considerando che l'autore stesso, quando portò l'opera a Vienna perché la riteneva degna di tanto auditorio, preferì inserire due grandi arie per omaggiare due grandi interpreti, si è ritenuto di proporre la versione viennese del 1783, con i due numeri in questione. Per lo stesso motivo per cui oggi il Don Giovanni di Mozart viene eseguito con l'aria di Don Ottavio Dalla sua pace e il grande rondò di Donna Elvira In quali eccessi o numi... Mi tradì quell'alma ingrata: l'aggiornamento arricchisce lo spartito, e la revisione dell'autore in un caso particolare come questo è una traccia sufficientemente interessante per non essere tralasciata. Un po' antiquari un po' impresari abbiamo infine deciso di seguire le non lineari traiettorie della Scuola de' Gelosi sui palcoscenici dell'Europa di fine Settecento.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La riscoperta dell'opera "La scuola de' gelosi" al Teatro Salieri di Legnago

VeronaSera è in caricamento