Dopo l'anteprima, entra nel vivo il Film Festival della Lessinia con i primi ospiti
Sabato 20 agosto, alle 18, il palcoscenico del Teatro Vittoria ospita la cerimonia di apertura della ventiduesima edizione del Film Festival della Lessinia. Dopo lo strepitoso evento sulle note della colonna sonora del colossal del cinema muto Inferno di Francesco Bertolini ad opera del jazzista Mauro Ottolini, alla rassegna cinematografica internazionale di Bosco Chiesanuova fanno il loro debutto sul grande schermo le pellicole in concorso ed iniziano ad arrivare i primi attesi ospiti, tra i quali lo scrittore Paolo Rumiz con la sua ultima fatica letteraria.
A seguire il momento inaugurale è l'omaggio al sottosuolo racchiuso nella potente e simbolica comparazione con la Divina Commedia che il documentarista Zhao Liang propone nel film Behemoth (Francia, Cina 2015) nel quale accosta il reportage sulle tremende condizioni di vita (e di morte) dei minatori cinesi con una surreale metafora delle tre cantiche dantesche: l’Inferno della miniera, il Purgatorio dei letti d’ospedale dove se ne curano le conseguenze, il Paradiso delle città fantasma delle metropoli cinesi, miraggio di vita per cui si è disposti a lavorare in condizioni disumane, e si muore.
Ancora proiezioni, alle 21, con le opere cinematografiche in concorso. L'esordio spetta a Chain – Catena (Francia 2014) di Eicke Bettinga. Nel 1989, in Bulgaria, una giovane donna si avvia verso le montagne, sul fare del tramonto. Lungo la sua strada avviene l’incontro con un ragazzo che l’aiuta a riparare la bicicletta, ma non la potrà aiutare ad attraversare il confine verso l’Ovest. Girato in ricordo delle migliaia di vittime senza nome ammazzate nel tentativo di attraversare il confine tra l'Europa dell'Est e quella dell'Ovest, il cortometraggio induce a riflettere, attraverso immagini e dialoghi essenziali, sull'assurdità dell'obbedienza e l'ineluttabilità della scelta.
A seguire Inverno Afghano (Svizzera 2016) dei registi Mario Casella e Fulvio Mariani: un viaggio con gli sci ai piedi nel cuore segreto ed affascinante dell'Afghanistan per testimoniare la vita nei dintorni di Herat, nella regione di Bamyan, a Kabul e lungo il corridoio del Wakhan, tra il confine del Pamir e del Karakorum. Esplorazione umana di un paese messo in ginocchio da decenni di guerre, per mesi isolato da freddo e neve. Tra mille difficoltà logistiche, politiche e burocratiche legate alla sicurezza, gli autori-viaggiatori condividono e documentano la quotidianità degli abitanti nelle regioni meno esposte agli scontri tra i gruppi talebani e l'esercito afghano.
Ritorna al Film Festival della Lessinia Paolo Rumiz a presentare Appia: è il libro con cui ha riconsegnato all’Italia e al mondo l’itinerario perduto della prima grande via europea, da Roma a Brindisi. Percorsa a piedi con un manipolo di amici, cavando dal silenzio della storia segmenti cancellati, ascoltando le voci del passato e destando la fantasia di chi ha incontrato durante il suo itinerario. Da Orazio ad Antonio Cederna che fu appassionato difensore dell’Appia dalle speculazioni edilizie, da Spartaco a Federico II: nella pubblicazione (Feltrinelli, 2016) prende corpo una galleria di personaggi memorabili e, mentre si costeggiano agrumeti e mandorleti, si incontrano le tracce di Arabi e Normanni. A camminare con il giornalista triestino è Riccardo Carnovalini che ha ritrovato il percorso grazie alla tecnologia GPS e ha raccolto nel volume le mappe di viaggio, prezioso strumento per chi volesse seguire le orme di questa marcia. Alessandro Scillitani, autore del documentario Il cammino dell’Appia antica, alle 16 al Teatro Vittoria dialogherà con Rumiz
Sono due i film ad aprire la sezione che rende omaggio alle terre alte d'Italia. Alle 11 è in programma la visione di Più in alto delle nuvole di Fredo Valla (Italia 2016). Accompagnate dai poetici versi in musica di Giorgio Conte, le immagini originali e l'animazione ricostruiscono la storia di Jorge Chávez, pioniere dell'aviazione francese di origine peruviana che sorvolò per la prima volta le Alpi nel 1910.
Di seguito, Nauz (Italia 2016) di Jochen Unterhofer in cui i versi in lingua ladina di Roberta Dapunt descrivono, con le musiche di Eduard Demetz a fare da sottofondo, il tradizionale e truce rito della macellazione del maiale che da secoli si perpetua uguale a se stesso nelle masserie della Val Badia.
Con l'inaugurazione della Piazza del Festival, assieme alla Libreria della montagna e all'Osteria del Festival, si entra nel vivo dell'atmosfera festivaliera. Dal mattino a tarda notte. Dai locali di rumba della sua La Habana, alle tournée in Sudamerica, all’approdo in Europa con la fondazione della sua tumbaracha. America Virginia Quesada scalda di ritmi afro-cubani il Festival. Il concerto è a ingresso libero.
Ingresso alle proiezioni: 5 euro, ridotto bambini 3 euro. Biglietteria presso il Teatro Vittoria di Bosco Chiesanuova, in Piazza Marconi, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 23.