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Baliani racconta Kohlhaas, eroe negativo

Lo spettacolo tra le rocc sopra la voragine del Cvolo di Camposilvano

Domenica prossima, alle ore 21,30, quinto appuntamento del festival in alta montagna “Voci e Luci in Lessinia” promosso dal Parco Naturale Regionale della Lessinia. Da solo seduto su una sedia e circondato dalle imponenti pareti rocciose che sovrastano la voragine del Cóvolo di Camposilvano Marco Baliani racconta la storia, drammaticamente attuale, di Kohlhaas, eroe negativo e catastrofico, che vittima dello Stato, diventa brigante e assassino.
“Voci e Luci in Lessinia” fa parte dell’edizione estiva 2009 di “Provincia in Festival”, rassegna che, da giugno a settembre, raccoglierà più di 1.000 eventi e spettacoli, ambientati nei luoghi più attraenti e suggestivi della città e della provincia di Verona, voluto e promosso dall’Assessore provinciale alla Cultura, Identità veneta e Manifestazioni per il tempo libero Marco Ambrosini e gestito e coordinato dal Teatro Stabile di Verona - Fondazione Atlantide.
Un fatto realmente accaduto nella Germania del 1500. Si parla di un mercante di cavalli vittima prima di un sopruso e poi della corruzione della giustizia statale: la spirale di violenza subita per ragioni torbide dal protagonista offre lo spunto per riflettere su quali conseguenze morali la reazione dell'individuo ingiustamente colpito può comportare. Kohlhaas è in sostanza un buono, che si ribellerà alla sopraffazione assumendo per se stesso il ruolo di giustiziere, un ruolo paradossale perché gli farà conoscere il significato della giustizia soltanto quando verrà condotto al patibolo.
In una scenografia come sempre nuda, Baliani – perfetto come “raccontatore di storie”, per sua scelta sempre da solo sulla scena, seduto su uno stesso tipo di sedia e vestito completamente di nero – per circa 90 minuti, con l’uso non casuale, ma attentamente studiato della mimica, della gestualità, della voce, dei piedi, riesce a coinvolgere ed incantare anche lo spettatore più distratto o prevenuto. Dà così vita ad un universo di immagini e ad un filo di svolgimento narrativo che cresce man mano in intensità e vigore. Non mancando di mettere a confronto, con sottili allusioni, quell’antica vicenda con i temi cruenti di realtà più recenti, fa immaginare – ad un pubblico di ogni condizione ed età sempre più preso dal suo discorrere – i cavalli del protagonista, le sue paure, la sua sete, la sua vana aspettativa di giustizia, la decisione finale di scegliere il cappio di una forca.
"E’ stata una sfida bella e difficile – ha commentato Marco Baliani – trasferire in narrazione e parola orale un universo così lontano e complesso come quello della parola scritta di Heinrich von Kleist. Con Remo Rostagno, ci siamo messi alla ricerca di una nuova forma ove far precipitare l’anima della vicenda, che fin dall’inizio ci aveva affascinato. Le domande senza risposta, che solleva la storia di Kohlhas (cos’è la giustizia, quella umana e quella divina, e come può l’individuo ricomporre l’ingiustizia) fanno parte profondamente dei percorsi della mia generazione, quella segnata dal numero di riconoscimento ’68."

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