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Virus e pollice verde, dal governo ok a vendita fiori e piante: «Ossigeno per 1.500 aziende»

Solo la filiera veneta in Italia vale 215 milioni di euro, Coldiretti: «Sì a fiori e piante a domicilio e alla vendita diretta nei garden. Sostegno a un patrimonio green di 1,6 miliardi di piantine»

«Il chiarimento del governo sul via libera alla vendita di piante e fiori in supermercati, punti vendita e vivai sostiene un comparto regionale di circa 1.500 aziende florovivaistiche e un patrimonio green di 1,6 miliardi di piantine. Coldiretti Veneto, - spiega sempre il presidente Daniele Salvagno - che si era fatta portavoce delle preoccupazioni degli imprenditori florovivaisti ai tavoli istituzionali, ora sottolinea positivamente il risultato ottenuto con la pubblicazione della "Faq" nella quale si precisa che "la vendita di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti, ammendanti e di altri prodotti simili è consentita"».

«La buona notizia arriva proprio nel momento in cui gli orti si possono seminare preparando il terreno per mettere a dimora le verdure per la prossima stagione. -continua il presidente Salvagno - Il giardinaggio, inoltre, è una pratica che interessa sempre più i cittadini che con la cura di balconi, terrazze manifestano la vocazione al pollice verde. Il nulla osta è soprattutto una speranza di ripresa per gli operatori di garden, serre e manutentori delle aree pubbliche, parchi  e giardini, costretti, in questi giorni, a buttare quanto prodotto e rimasto invenduto a causa dell’emergenza sanitaria».

Nella nota, in particolare, si precisa che «l’art. 1, comma 1, lettera f), del Dpcm del 22 marzo 2020 ammette espressamente l’attività di produzione, trasporto e commercializzazione di "prodotti agricoli", consentendo quindi la vendita anche al dettaglio di semi, piante e fiori ornamentali, piante in vaso, fertilizzanti etc. Peraltro - continua il testo - tale attività rientra fra quelle produttive e commerciali specificamente comprese nell’allegato 1 dello stesso Dpcm "coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali", con codice ATECO "0.1.", per le quali è ammessa sia la produzione sia la commercializzazione. Deve conseguentemente considerarsi ammessa - si conclude - l’apertura dei punti di vendita di tali prodotti, ma in ogni caso essa dovrà essere organizzata in modo da assicurare il puntuale rispetto delle norme sanitarie in vigore».

«Anche la GDO è chiamata a fare la sua parte – insiste Daniele Salvagnoprivilegiando il made in Italy. Nel rispetto di tutte le disposizioni sulle restrizioni per contenere il contagio i vivai continuano a lavorare per garantire la massima qualità di piante e fiori italiani e - conclude Salvagno - si stanno organizzando per fare consegne a domicilio, con contatti per telefono o mail, per consentire agli italiani di restare a casa senza rinunciare all’emozione di stare a contatto con la natura».

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