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Verona, sit-in di protesta davanti al Comune dei dipendenti Meridiana Fly: 213 persone a casa

A Verona saranno messi in Cassa integrazione a casa 66 piloti, 140 steward e hostess, quattro assistenti a terra e tre dipendenti della manutenzione. Assessori locali e regionali si mobilitano per riaprire le trattative

Sono tornati ad indossare la maglietta rossa che da tempo contraddistingue la loro battaglia. "Io sono un esubero Meridiana" è la scritta comparsa nei tanti scali italiani in cui la compagnia dell'Aga Khan, da decenni, era attiva. Come quello veronese del Catullo, in cui avevano trovato impiego centinaia di persone, tra steward, hostess e piloti. Per 213 di loro sarà attivata la procedura di Cassa integrazione già da fine mese.

E per ribadire il proprio sconcerto un gruppo di lavoratori Meridiana Fly ha deciso di protestare davanti a Palazzo Barbieri, sede del Comune di Veerona. Un sit-in per urlare la propria rabbia e disperazione. A Verona rimangono a casa 66 piloti, 140 steward e hostess, quattro assistenti a terra e tre dipendenti della manutenzione. L’appello politico, a quanto pare, non è servito a scongiurare quello che è un altro allarme rosso che emerge al Catullo. Dal 1997 Meridiana faceva base allo scalo di Verona-Villafranca e nel corso degli anni era riuscita ad accaparrarsi il 50% dei passeggeri in transito con i 5 velivoli a disposizione. Via-via la crisi ha acuito i problemi che sono diventati insormontabili.

Ad incontrare una rappresentanza dei lavoratori in municipio è stato l'assessore alle Aziende partecipate, Enrico Toffali che ha assicurato il "massimo sostegno" e di chiedere un tavolo di trattativa a cui dovranno necessariamente partecipare i rappresentanti sindacali oltre che il Comune e la Regione. Un primo colloquio era stato convocato dal Ministero a Roma ma senza avvertire chi di competenza all'ente regionale, scatenando le ire dell'assessore al Lavoro, Elena Donazzan. “La situazione è sicuramente grave – ha dichiarato Toffali - poichè i licenziamenti minacciati corrispondono di fatto all’azzeramento della presenza di Meridiana su Verona. La Regione Veneto e il Comune di Verona, pur essendo i soggetti, insieme alla Sardegna, maggiormente coinvolti da questa operazione di riduzione del personale, purtroppo non sono stati invitati al tavolo delle trattative. Ricordo che Meridiana non solo ha contribuito a far crescere l’aeroporto Catullo, ma fino al 2012 realizzava l’80 per cento del fatturato dei voli nazionali”.

Meridiana Fly in crisi all'aeroporto di Verona, proteste e scioperi

DALLA REGIONE - “Ho incontrato i lavoratori di Meridiana che sono in stato di agitazione per la scelta dell’azienda di chiudere del tutto la base di Verona. La nostra preoccupazione è che si sia già deciso - ha invece spiegato Donazzan -. Se aggiungiamo che i lavoratori di Venezia di Alitalia sono stati spostati a Roma e a Milano, si definiscono i preoccupanti contorni di una situazione che impoverisce la tratte del Veneto e le compagnie storiche magari a vantaggio di compagnie low cost romene o spagnole che hanno contratti di lavoro bassissimi. La Regione sta sottoponendo con forza la questione al Ministero del Lavoro, facendo presente che la Regione non è mai stata invitata al tavolo nazionale della vertenza, ed è una cosa gravissima. Oggi si sta tenendo a Roma il secondo incontro del tavolo e la Regione ha dovuto apprenderlo dai lavoratori stessi. E’ inaccettabile”.

“Del resto – precisa Donazzan - la questione va affrontata non tanto dal Ministero del lavoro per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali ma da quello dei Trasporti che purtroppo ci sembra del tutto latitante. Dica se ha interesse a salvaguardare rotte serie e i lavoratori italiani che sono disposti anche a sacrificare parte dello stipendio per mantenere il posto di lavoro. Le nostre compagnie stanno soffrendo, chiudono tratte importanti, ad esempio Meridiana che è in Veneto da 25 anni con rotte per la Sardegna e ha cancellato tutte quelle per la Sicilia. Siamo a fianco dei lavoratori di Meridiana – conclude l’assessore – che sappiamo anche essere disponibili a rinunciare a una parte del loro contratto. Non mi pare che i nuovi amministratori ne vogliano tenere conto, noi invece sosteniamo con forza questa possibilità e chiediamo una trattativa sindacale seria in merito”.

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