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Economia Lungadige Antonio Galtarossa

Dopo il buio durato tre mesi, da oggi la Riva Acciaio riprende la produzione

La fabbrica di lungadige Galtarossa è pronta per ripartire e decide di puntare sull'export e sull'innovazione. Il 60-70% della forza lavoro riprenderà l'attività a rotazione

Spiragli di luce per la Riva Acciaio dopo il buio durato tre mesi: da ieri, infatti, è ripartita la produzione di acciaio e da domani toccherà al laminatoio, anche se a regime ridotto. Piccoli segni di ripresa, a fronte di una crisi generale che sta colpendo l'intero settore siderurgico. Il direttore dello stabilimento, Bruno Marzoli, racconta a L'Arena il difficile momento vissuto: "Siamo rimasti fermi per tre mesi, nei quali abbiamo realizzato tutte le attività programmate, per circa un milione di euro: interventi volti a migliorare la produttività dello stabilimento e la qualità, oltre agli standard legati all'ambiente e alla sicurezza. Abbiamo effettuato inoltre migliorie logistiche e revisioni di impianti secondari, ma strettamente connessi all'attività produttiva". Uno stop sfruttato investendo, in nome di una ripartenza che vuole contrastare la frenata subita dal settore nello scorso anno. Testimonianza del desiderio di ripresa attraverso l'innovazione è anche il nuovo sistema automatizzato che entrerà in funzione a partire dalla settimana prossima  e che costituirà un aiuto ai dipendenti che operano sul forno elettrico dell'acciaieria.

Attualmente sono 450 i lavoratori in cassa integrazione dallo scorso novembre e, per il momento, la ripresa dell'attività riguarderà il 60-70% della forza lavoro, a rotazione. Questo stop forzato ha causato alcune conseguenze negative per l'azienda, come la perdita di alcuni grandi clienti che la Riva Acciaio è determinata a riconquistare, facendo leva sulla qualità della fabbrica e continuando ad investire. Uno spirito di rivincita anima la Riva di lungadige Galtarossa che ha deciso di puntare sull'export verso il Medioriente, in particolare Algeria e Tunisia, per arrivare a coprire il volume produttivo del sito di almeno 500-600 mila tonnellate all'anno. 

Si dicono contenti i sindacati, come rivela Dante Loi della Fiom Cgil a L'Arena: "Temevamo che, anche a fronte delle vicende dell'Ilva, l'azienda non ripartisse, invece abbiamo rilevato la buona volontà, da entrambe le parti, di governare la crisi". L'esigenza di tenere la situazione sotto controllo viene invece sottolineata da Giovanni Ballan della Fim Cisl, il quale rivela che si attueranno delle turnazioni degli impianti per contenere i costi dell'energia. 

Tutto è pronto per una nuova ripartenza.

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