Niente da fare, per Over Meccanica. La storica azienda che produce macchinari per cartiere non ce la fa e procede verso il fallimento. La richiesta “in proprio” è stata depositata lunedì mattina in tribunale dal liquidatore, Bruno Anti. Questo avviene a seguito del concordato respinto e prima della riunione del Consiglio di amministrazione. I vertici di Over Meccanica avrebbero atteso fino al 9 maggio per una risposta sulla capitalizzazione di Abk Machinery, il Gruppo francese che aveva stipulato un contratto d’affitto con gli stabilimenti veronesi. Abk aveva acquisito una grossa commessa da 32 milioni di euro per realizzare un macchinario, che si traduce in un anno e mezzo di lavoro a Verona, per i 188 dipendenti. Come spiega L’Arena, però,

a sfavore di Abk, gioca il fatto che finora l'azienda non è riuscita a dimostrare una sufficiente solidità finanziaria, al punto da far rigettare la richiesta di concordato. Se quindi il curatore fallimentare ritenesse opportuno interrompere i rapporti con Abk, a quel punto dovrebbe fare richiesta al Tribunale di esercizio provvisorio per la prosecuzione della commessa.

Ora il Tribunale dovrà dichiarare il fallimento e nominare un curatore dei beni. Spetterà a lui verificare se ci sono i presupposti per continuare l’attività e garantire un’ultima commessa. Nel frattempo rimangono col fiato sospeso i 188 lavoratori, attualmente in contratto di solidarietà. Proprio lunedì il presidente del Consiglio comunale di Verona Luca Zanotto e i capigruppo consiliari hanno incontrato, nel pomeriggio, le rappresentanze sindacali dei lavoratori di Over Meccanica. “Purtroppo – ha detto Zanotto – per vicende legate ad assetti di governance e a problemi finanziari in questo momento Over Meccanica è l’ennesima azienda che si trova in uno stato di possibile blocco dell’attività con un concreto rischio per 200 famiglie. In accordo con i capigruppo, giovedì in Consiglio comunale, presenteremo una mozione che ponga i paletti in maniera stringente a possibili iniziative finalizzate allo sfruttamento dell’area che rischierebbero di mettere a repentaglio il futuro dei lavoratori”.