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Verso la vendemmia 2021, la preoccupazione di Cia Verona: «Quest'anno mancano gli italiani»

«Tante aziende vitivinicole, come la mia, hanno assunto in pianta stabile da mesi i lavoratori dell’Est europeo per evitare di trovarsi nei guai durante la vendemmia», spiega il presidente dei viticoltori di Cia Mirko Sella

Secondo quanto riferisce Cia - Agricoltori Italiani Verona, la vendemmia 2021 «non sarà contrassegnata da manodopera made in Italy, come accadde l’anno scorso». Gli italiani «sono tornati infatti alle abituali occupazioni e non si candidano per raccogliere l’uva». Ma anche per quanto riguarda «i lavoratori dell’Est» le difficoltà «non sono poche», anche a causa del protrarsi dell’emergenza pandemica.

«Tante aziende vitivinicole, come la mia, hanno assunto in pianta stabile da mesi i lavoratori dell’Est europeo, soprattutto romeni, per evitare di trovarsi nei guai durante la vendemmia – spiega Mirko Sella, presidente dei viticoltori di Cia – Agricoltori Italiani Verona -. Ma molte altre sono scoperte. Gli italiani, che erano stati presenti l’anno scorso, non ci saranno, perché il lavoro agricolo è visto da loro come un ripiego o l’ultima spiaggia, mai come prospettiva di lavoro stabile. Ci sono grosse cantine che impiegavano parecchi studenti, ma che quest’anno faticano a trovare candidature. E gli stagionali non mancano solo per la raccolta, ma anche per le semplici operazioni di cantina, come la gestione dei carichi e della parte burocratico-amministrativa. Per quanto riguarda gli stranieri, gli arrivi dai Paesi dell’area Schengen non sono difficoltosi, in quanto bastano il tampone e una quarantena di cinque giorni. Il problema però, - conclude Mirko Sella - è che preferiscono zone più remunerative, come la Germania, dove lavorano più a lungo e guadagnano di più».

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