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Turismo a numero chiuso a Verona? Tosi: «Proposta insensata, clamoroso autogol»

In Alto Adige, si pensa a limitare il numero di posti letto disponibili ai visitatori per evitare il sovraffollamento. Ad alcuni albergatori gardesani l'idea non dispiace. Ma Forza Italia alza lo stop

L'idea è partita dall'Alto Adige ed è arrivata in Veneto attraverso il Lago di Garda, dove non tutti se la sentono di scartarla a priori.
Se ne parla più o meno in tutte le zone turistiche; a Venezia viene vissuta come una necessità e in provincia di Bolzano si pensa di agire con un intervento amministrativo. Per ora, è solo una proposta dell'assessore al turismo della Provincia autonoma di Bolzano Arnold Schuler, ma potrebbe diventare presto realtà: rendere l'Alto Adige un territorio con un numero chiuso di turisti. Schuler intende, infatti, intervenire sulla capacità ricettiva della provincia, imponendo un tetto massimo di alloggi turistici disponibili.

La proposta è dunque quella di limitare i posti letto, stabilendo un numero che renda sostenibile il turismo, evitando tutte le conseguenze negative che il sovraffolamento turistico porta con sé (ad esempio l'aumento dei rifiuti e la crescita del prezzo degli affitti). Sovraffollamento che comincia ad essere percepito come un problema serio nell'area del Lago di Garda, dove alcuni albergatori vedrebbero di buon occhio l'applicazione nel Veneto o nel Veronese di una proposta simile a quella bolzanina.

Una proposta che però non trova molti estimatori in Regione, a partire dall'assessore al turismo Federico Caner, il quale ha sottolineato anche la possibilità che un provvedimento simile possa essere giudicato in contrasto con il principio della concorrenza.
A Verona, poi, alcuni ritengono che il problema non esista, perché i benefici economici derivanti dai tanti turisti sono nettamente superiori agli effetti indesiderati.

Il dibattito, comunque, è in corso e non si chiuderà in poco tempo, anche perché gli interessi in ballo non sono pochi e nessuno ha in tasca la soluzione ideale per poterli bilanciare. A livello politico, però, c'è chi ha le idee chiare ed è Forza Italia, fortemente contraria ad un turismo a numero chiuso a Verona. «È una proposta insensata e sarebbe una resa all'evidenza che in questi ultimi anni non si è riusciti a gestire certi numeri. Piuttosto occorre investire in eventi culturali per innalzare la qualità del turismo e in infrastrutture e trasporti per migliorare la capacità di assorbimento dei flussi - ha dichiarato il deputato Flavio Tosi, coordinatore regionale di Forza Italia - Verona si è affermata come una delle più importanti città turistiche europee, un dato che ci dovrebbe riempire di orgoglio e incoraggiare a sviluppare nuovi investimenti. Il turismo a Verona crea un indotto economico determinante per le attività commerciali, è un pilastro del benessere della città per imprese e lavoratori, è surreale pensare di voler impoverire questo patrimonio. Il numero chiuso sarebbe una mortificazione, un autogol clamoroso».
Ed il consigliere comunale Alberto Bozza ha aggiunto: «Bisogna sviluppare la rete di trasporto, rinnovare l’aeroporto, senza più guerre pubblico-privato che fanno perdere tempo, e ricominciare a organizzare eventi e manifestazioni di livello internazionale per attrarre turismo di qualità. E va ripristinato il decoro, la pulizia e la sicurezza della città. Si lavori su questi fronti, anziché alzare bandiera bianca».

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