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Addio Superbonus, architetti veronesi: «Tegola per famiglie e filiera dell'edilizia»

Con il nuovo decreto legge, il Governo Meloni vuole «mettere un punto finale» all'incentivo. Ma per Matteo Faustini, presidente dell’Ordine degli architetti di Verona, «aumenteranno i contenziosi e si penalizzano le famiglie a basso reddito»

Game over per il Superbonus. Il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti vuole «chiudere definitivamente l'eccessiva generosità di questa misura e mettere un punto finale per il 2023», come lui stesso ha spiegato dopo l'approvazione del consiglio dei ministri del nuovo decreto legge sul Superbonus. Ma per l'Ordine degli architetti di Verona, il provvedimento è una «tegola per le famiglie e la filiera dell’edilizia».

Con questo nuovo decreto, viene eliminata la possibilità di ricorrere agli sconti in fattura e alla cessione del credito. E stop anche alle correzioni ai piani dei lavori, che erano state concesse fino al 15 ottobre. La documentazione necessaria per accedere ai bonus edilizi, dunque, può essere caricata al massimo fino al prossimo 4 aprile.

«Già il conto è salatissimo - ha dichiarato il ministro Giorgetti - Anche se qualcuno ne è entusiasta, il prezzo per la finanza pubblica e sul debito graverà per diversi anni a venire». Critico, però, è l'intervento degli architetti veronesi, che parlano di una decisione che è stata presa senza alcun confronto con i rappresentanti della categoria e che cambia del regole a partita in corso.

«L'operazione appare tanto più azzardata se si considerano le motivazioni addotte come giustificativo basate su dati parziali e prive di una più ampia valutazione complessiva - ha commentato Matteo Faustini, presidente dell’Ordine degli architetti di Verona - Il Superbonus ed il meccanismo di cessione del credito sono stati modificati oltre venti volte, a cui si aggiungono ulteriori cambiamenti di rango secondario, circolari applicative, provvedimenti ed interpelli. Una confusione che imprese, professionisti e lavoratori pagheranno salata. L’edilizia e i committenti sono ormai al collasso ed in crisi di liquidità per aver utilizzato, in maniera corretta, le regole emanate dallo Stato che improvvisamente, di contro, si è rimangiato la parola data rendendo impossibile la cessione dei crediti ed il proseguo dei lavori. Le decisioni sono state assunte senza minimamente occuparsi del vero tema, quello dei crediti bloccati, e pongono una pietra tombale sul Superbonus favorendo esclusivamente i ceti con maggiore capienza fiscale e mettono a rischio gli impegni assunti dalle famiglie per il miglioramento delle loro abitazioni. Per non parlare poi degli effetti sulla riqualificazione degli edifici pubblici e privati delle rsa, che indipendentemente dalla proprietà svolgono per legge un servizio pubblico. Come sempre andiamo a penalizzare le persone più fragili. E, non ultimo, aumenteranno i contenziosi tra le imprese, i cittadini e i professionisti. Quei professionisti che hanno garantito trasparenza e correttezza, spesso assumendosi responsabilità che non gli competevano e che si sono ritrovati in balia di richieste sempre più astruse e contraddittorie, e che ora si ritrovano, dopo queste ultime modifiche, a non poter più operare e tantomeno a concorrere al raggiungimento degli obiettivi di risparmio e di autonomia energetica che, almeno a parole, il Governo ha sempre dichiarato di voler perseguire. In Italia, con la fine del Superbonus si stima il numero di cantieri aperti potrebbe diminuire del 30% nel 2024. Il rallentamento del mercato edile potrebbe indurre una riduzione di 100mila posti di lavoro nel settore entro l’anno e una contrazione del Pil fino a 0,4 punti percentuali. Il Superbonus aveva incentivato la riqualificazione energetica degli edifici, con conseguenti benefici in termini di risparmio energetico e riduzione delle emissioni di anidride carbonica. E la sua eliminazione potrebbe rallentare questo processo. Saranno inoltre penalizzate le famiglie a basso reddito, che non hanno la possibilità di sostenere i costi di riqualificazione energetica degli edifici senza l'aiuto del bonus».

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