rotate-mobile
Economia

Siccità in Veneto, ristori alle aziende per un quinto dei danni: «Una goccia in mezzo ad un mare di difficoltà»

«In ogni caso, guardiamo il bicchiere mezzo pieno; ovvero prendiamo atto del sostegno, concreto, non solo di maniera, da parte delle Istituzioni», ha aggiunto il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini sui fondi messi a disposizione dal Ministero delle Politiche agricole

In Veneto sono stati concessi 25.403.066,59 euro di ristori da parte del Ministero delle Politiche agricole (gli imprenditori agricoli veneti danneggiati avevano richiesto, complessivamente, 130 milioni di euro), che verranno suddivisi tra le 3.323 aziende agricole della Regione che hanno subito danni a motivo della perdurante siccità che si è verificata dal 1° maggio al 31 agosto 2022.Il fondo messo a disposizione a livello nazionale è di 100 milioni di euro: il 25% dello stesso sarà dunque trasferito in Veneto. «Si tratta di una goccia in mezzo ad un mare di difficoltà, che peraltro stanno perdurando pure durante l’attuale annata agraria – sottolinea il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini –. In ogni caso, guardiamo il bicchiere mezzo pieno; ovvero prendiamo atto del sostegno, concreto, non solo di maniera, da parte delle Istituzioni».

Rimborsi medi

L’importo medio del ristoro per ciascuna impresa agricola è di 7.644 euro. In pratica, è stato finanziato (sempre in media) il 19,5% della cifra richiesta da ogni singola azienda. Il contributo a fondo perduto verrà erogato nelle prossime settimane, come precisa Cia Veneto: «Nel frattempo, Avepa, Agenzia veneta per i pagamenti, ha adottato il relativo decreto di concessione degli aiuti siccità».

Regione

A livello regionale, i danneggiamenti causati dalla siccità estrema registrata l’anno scorso si aggirano attorno al miliardo di euro. «I ristori che verranno trasferiti dal Dicastero rappresentano una piccola boccata d’ossigeno – aggiunge Passarini –. Da qualcosa, però, bisognava pur cominciare». Oggi l’attività agricola, chiarisce lo stesso presidente, «è sempre di più orientata all’emergenza per via dei mutamenti climatici in atto. Come abbiamo visto nella scorsa primavera, ad un lunghissimo periodo di aridità si possono alternare giorni e giorni di forti piogge. Alla fine, a pagarne le conseguenze sono sempre gli agricoltori». Questi ultimi, in altri termini, «hanno la funzione di un pronto soccorso: spesso intervengono sul campo al fine di salvare il salvabile». Per quanto riguarda l’annata in corso, «per ora stiamo gestendo il problema della siccità. A giugno si sono verificate delle precipitazioni, e proprio al momento giusto. Non siamo ai livelli del 2022 – conclude Passarini – ma non dobbiamo abbassare la guardia. Attualmente le criticità sono riconducibili alle altissime spese di produzione e ai prezzi agricoli finali, non equi. Si rischia di lavorare in perdita».

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Siccità in Veneto, ristori alle aziende per un quinto dei danni: «Una goccia in mezzo ad un mare di difficoltà»

VeronaSera è in caricamento