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Economia

Per rilanciare l'economia modificare il Patto di stabilit

Bloccata la circolazione di capitali, Miozzi dovrebbe farsi sentire

Da troppo tempo le amministrazioni locali sono soffocate dalle modifiche di Tremonti al Patto di Stabilità interna. Ogni giorno leggiamo sulla stampa che i Comuni debbono tagliare opere essenziali come per esempio a Negrar la strada con ciclabile che poteva evitare la morte di una signora travolta sulla Provinciale o l'asilo nido cancellato a San Giovanni Ilarione. Stessa sorte molto amara tocca a tantissimi servizi essenziali per i cittadini, soprattutto quelli più in difficoltà che hanno più dipendenza dagli interventi pubblici.

In campagna elettorale per le Provinciali nel marzo 2009 ci fu un accordo tra le parti sociali e diversi enti pubblici che proponeva una serie di misure anticrisi che purtroppo sono per lo più rimaste lettera morta. La proposta forse più importante era quella di modificare il patto di stabilità al fine di rendere più flessibile il calcolo che stabilisce i limiti della spesa pubblica. Oggi infatti non solo le amministrazioni sprecone, ma anche gli enti virtuosi, quelli che hanno avanzi di bilancio e soldi pronti per essere investiti in opere pubbliche, per un meccanismo perverso non possono spendere, non possono pagare in tempi certi le ditte che hanno già lavorato, non possono cantierizzare le opere già progettate.

Insomma in maniera assurda si blocca l'economia limitando la possibilità di generare un circolo virtuoso. A distanza di un anno e mezzo da quell'importante accordo che per qualcuno era uno spot elettorale, chiedo che tutti i parlamentari veronesi si impegnino per rispettarlo, chiedo al Presidente Miozzi che in quanto referente principale di quell'accordo non consenta di far passare inutilmente ancora tempo che potrebbe essere prezioso per reagire e rimettere in moto l'economia.

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