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Pensioni. Partono a Verona i ricorsi pilota contro il blocco delle rivalutazioni

Le azioni, patrocinate dallo Spi Cgil regionale, riguardano 73 mila e 700 persone nel veronese, che però devono stare attenti alla prescrizione: "Dovranno inviare una raccomandata, con ricevuta di ritorno, all’INPS entro il 31 dicembre 2016"

È partita anche dal Veneto, con quattro ricorsi "pilota" patrocinati dallo SPI CGIL regionale, la battaglia dei pensionati per il recupero di tutti i soldi "persi" con il blocco della rivalutazione delle pensioni superiori a poco più di 1.400 euro mensili lordi negli anni 2012 e 2013 (legge Monti-Fornero).

Come è noto il blocco è stato “bocciato” dalla Corte Costituzionale con una sentenza che ha stabilito l’obbligo per lo Stato di risarcire i pensionati. Mentre il governo Renzi, con la legge 109/2015, ha restituito in minima parte (in media 20%) quanto dovuto, e solo agli anziani con un reddito compreso fra i 1.400 e i 3.000 euro lordi mensili, che in provincia di Verona sono circa 73 mila e 700, ovvero quasi un terzo dei pensionati del territorio. Parte da qui l'azione legale dello SPI CGIL che, con i ricorsi pilota, punta su una nuova sentenza della Corte Costituzionale, la quale imponga al governo di restituire tutto il maltolto.

Ma quanti soldi avanzano ancora i pensionati a causa del blocco delle rivalutazioni?

Secondo i calcoli dello SPI CGIL del Veneto, le persone coinvolte devono ricevere arretrati per un importo medio di circa 3 mila e 500 euro a persona. Cifre importanti, insomma.

Attenzione, però, perché i tempi della giustizia sono molti lunghi e quindi, al fine di poter ottenere per intero gli arretrati, in caso di pronunciamento favorevole ai pensionati della Corte Costituzionale, è necessario bloccare i tempi della prescrizione.

Molti pensionati lo hanno già fatto – spiega Rita Turati segretario generale dello Spi del Veneto - grazie alla campagna “Occhio alla prescrizione” che lo SPI CGIL del Veneto ha lanciato da alcuni mesi. Infatti i pensionati che nel 2012 e/o nel 2013 hanno subito il blocco della rivalutazione del proprio trattamento pensionistico (relativo a una o più pensioni) dovranno inviare una raccomandata, con ricevuta di ritorno, all’INPS entro il 31 dicembre 2016. Oltre questa data eventuali richieste di rimborso si possono comunque presentare, fermo restando che, più il tempo passa più i rimborsi diminuiscono di valore.

Nelle sedi SPI CGIL del Veronese è disponibile lo stampato della lettera da inviare all’INPS e si possono ricevere ulteriori informazioni.

Per capire meglio la situazione, facciamo due esempi.

Un pensionato con un reddito di 1500 euro lordi mensili a causa del blocco delle rivalutazioni ha perso, dal 2012 al 2015, 3.861 euro. Il governo Renzi gliene ha restituiti 796, quindi avanza ancora 3065 euro. Un pensionato con un assegno di 2mila euro lordi mensili ha perso con il blocco 4.940 euro. Il governo gli ha dato 529 euro, quindi gliene spettano ancora 4.411 euro.

Certo con l’accordo firmato il 28 settembre scorso si è ripreso il cammino del confronto con il governo sul valore delle pensioni e sul sistema previdenziale – sottolinea Giuseppe di Girolamo, segretario generale dello Spi Cgil di Verona - Ma quella del blocco delle rivalutazioni rimane una partita aperta che pesa come un macigno sui redditi dei pensionati.

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