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Economia

Nuovo presidente, ma solito mondo

Col cambio di giunta, in Confcommercio il solito mondo

Da oggi c'è un nuovo presidente in Confcommercio ed una nuova giunta, della quale non faccio più parte, per cui tutti i miei incarichi sindacali sono giunti al termine. E' stata un'esperienza che, nel bene e nel male, ha segnato gli ultimi cinque anni della mia vita e mi ha dato modo di osservare i politici ed il mondo che li frequenta da una prospettiva preferenziale. Se devo trarre un bilancio, questo mondo non mi piace, con regole e comportamenti che tengono la Casta lontana dai problemi pratici della gente e che anche il rinnovamento leghista non disdegna, nel definitivo perseguimento dell'occupazione dei luoghi del potere con persone fidate ed ubbidienti.

Così è accaduto anche nel sindacato dei commercianti, in cui trovano ospitalità gli albergatori di Verona, dove qualunque tentativo di dissenso al conformismo imperante è stato smorzato ed avvilito nel perfetto rispetto formale delle pratiche statutarie. Ma un sindacato che elegge il suo presidente per acclamazione e che non riesce a produrre un'alternativa credibile con programmi concorrenti ha, ai miei occhi, un grave difetto di legittimità rappresentativa, testimoniato dall'emorragia di iscritti cui non si riesce a mettere freno. Ma il mio pensiero non è condiviso nè dall'attuale dirigenza nè dal mondo politico al governo amministrativo. Per fortuna ci sono queste colonne, dalle quali voci libere riescono ancora a commentare e muovere critiche alle scelte, o non scelte, che non risolvono i molti problemi che perseguitano gli imprenditori del turismo veronese.

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