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Economia

Mercato del lavoro in Veneto, la lunga estate favorisce la tenuta dei livelli occupazionali

È quanto emerge dall'ultimo de La Bussola dell'Osservatorio Regionale Mercato del Lavoro, in riferimento al mese di ottobre, che nonostante sia negativo per 17.800 posti di lavoro in meno, è migliore rispetto a quello degli anni precedenti

Il prolungamento della stagione estiva incide sull’andamento del mercato del lavoro veneto, che anche nel mese di ottobre mostra una sostanziale tenuta delle assunzioni (50.800) e un saldo che, seppure negativo per 17.800 posti di lavoro in meno, è migliore rispetto a quello degli anni precedenti.
È quanto emerge dall'ultimo de La Bussola dell'Osservatorio Regionale Mercato del Lavoro (scarica qui il numero completo con tutti i dati). 

Il bilancio occupazionale del 2023 rimane tuttavia positivo (+57.200 posizioni lavorative) e superiore a quello registrato negli ultimi anni e anche l’ammontare delle assunzioni del periodo gennaio-ottobre è il più alto dell’ultimo quinquennio (546.000), con una crescita più sostenuta per i giovani under 30 e i lavoratori over 55. Aumentano però le assunzioni a part time, poco più di 175.000 dall’inizio dell’anno (32% del totale) e 18.900 nel mese di ottobre (37%). Nell’ultimo mese l’incidenza delle attivazioni a tempo parziale raggiunge punte del 57% per le donne. Si attenua invece il fenomeno delle dimissioni, che pesano attualmente per il 25% sul totale delle cessazioni di rapporti di lavoro e che rispetto a ottobre 2022 mostrano un calo del 7%.

Grazie soprattutto alla contrazione delle cessazioni, a conferma di una graduale riduzione della mobilità complessiva del mercato del lavoro, i contratti a tempo indeterminato continuano a crescere: +35.200 nell’anno e +5.200 a ottobre. Anche il bilancio del tempo determinato è superiore nell’anno ai livelli del 2022, mentre nel mese di ottobre il saldo tipicamente negativo del periodo per il concentrarsi delle conclusioni contrattuali al termine del periodo estivo è pari a -22.300 posti di lavoro, ma complice il prolungamento della stagionalità turistica, si tratta comunque di un risultato migliore rispetto a quello dell’anno scorso. Rimane negativa invece la dinamica dell’apprendistato, sia su base annua che mensile, seppure, in parte, anche per un aumento delle conferme a tempo indeterminato dei rapporti in essere (+7% a ottobre).

Il bilancio del 2023 è positivo e superiore a quello dello scorso anno in quasi tutte le province del Veneto, con l’unica eccezione di Belluno dove si registra un saldo negativo per 2.100 posizioni di lavoro in meno e dove pesano, come sempre in questo momento dell’anno, le conclusioni contrattuali di fine stagione estiva. I territori di Verona e Venezia continuano a contraddistinguersi sia per il maggior incremento occupazionale rispetto all’anno precedente (rispettivamente +20.900 e +15.300 posti di lavoro dipendente), sia per un rafforzamento della domanda di lavoro (rispettivamente +1,3% e +4,8%), mentre Treviso mostra una contrazione delle assunzioni rispetto ai volumi particolarmente elevati dell’anno precedente (-5%) ma comunque livelli superiori a quelli del 2019 e del 2021. A ottobre, sempre a causa dell’effetto che ha la stagionalità sui singoli territori, Padova e Vicenza sono le uniche province a mostrare un saldo positivo.

Dal punto di vista settoriale, si conferma particolarmente positivo l’andamento del terziario, soprattutto nel turismo e nel commercio, in crescita sia in termini di posti di lavoro che di assunzioni complessive. Segnali di flessione si intravedono nella logistica, nei servizi informatici e nelle attività immobiliari. Seppure ancora in terreno positivo, l’industria si mostra invece in significativo ridimensionamento rispetto allo scorso anno, con una crescita di posti di lavoro (+15.000) inferiore sia rispetto al 2022 (+20.300) che al periodo pre-Covid nel 2019 (+17.800) e un calo delle assunzioni del 4,4%. Fanno eccezione solo pochi comparti, tra cui industria alimentare e industria farmaceutica, mentre un rallentamento importante della crescita occupazionale si registra nel metalmeccanico, nella chimica-plastica e nella carta-stampa. Saldo positivo per il settore primario, che nell’anno guadagna 11.300 posti di lavoro dipendente.

Gli ingressi in condizione di disoccupazione nel periodo gennaio-ottobre 2023 sono stati complessivamente 114.700, in linea con lo stesso periodo dell’anno precedente, con lievi aumenti soprattutto per gli uomini, gli stranieri e gli over 55. In calo gli inoccupati.

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