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Giovedì, 28 Marzo 2024
Economia

Crollano i prezzi di mele e pere, colpite anche dal flagello cimice asiatica

È Cia Verona ha richiamare l'attenzione sui frutticoltori, messi in difficoltà dal mercato e dall'insetto "alieno", al punto da non riuscire a coprire i costi di produzione

Parte in affanno la stagione per le mele e le pere veronesi, con prezzi insoddisfacenti per i frutticoltori, che non riescono neppure a coprire i costi di produzione, fanno sapere da Cia Verona.

«Nel 2018, dopo la scarsità di prodotto del 2017, i prezzi medi mensili delle mele erano cresciuti di oltre il 50% rispetto all’annata precedente – sottolinea Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Verona -. Quest’anno invece assistiamo a un crollo. I produttori vendono le Golden a prezzi dai 15 ai 20 centesimi, arrivando al massimo a 23 centesimi per quelle di grande pezzatura. Le mele da succo vengono battute a 3 centesimi: una miseria. Basso il prezzo anche delle Stark, tra 25 e 30 centesimi, così come per le Gala, mentre i nuovi cloni rossi vanno un po’ meglio con prezzi tra 35 e 40 centesimi. Per le Granny Smith è ancora presto per un primo bilancio, ma le previsioni non sono buone. Rispetto allo scorso anno è una stagione veramente magra. Il mercato è fermo e di prodotto ce n’è troppo, anche dall’Europa».

Per le pere i prezzi sono decisamente migliori: dai 50 ai 70 centesimi per le William e le Conference, tra i 60 e 70 le Abate, con punte di 1 euro per le pezzature migliori. «Peccato che la cimice asiatica, nella zona Sud-Est del Veronese, abbia fatto disastri, con perdite del prodotto mediamente del 40 per cento. Secondo un’indagine di Cso Italy quest’anno verrà a mancare un terzo della produzione a livello nazionale. Una grave perdita di reddito per i nostri frutticoltori, che rischiano di chiudere i bilanci in rosso».

Per quanto riguarda le mele, Verona resta la prima produttrice in Veneto e la terza in Italia con 4.550 ettari e 225.600 tonnellate raccolte nel 2018 (dati Veneto Agricoltura). Per le pere gli ettari coltivati sono 1.390 e 36.530 le tonnellate raccolte l’anno scorso, che la vedono sempre prima nel Veneto e quinta in Italia.

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