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Ciliegie precoci spaccate dal maltempo di maggio. «Poche si sono salvate»

Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Verona: «C'è qualche speranza in più per le varietà medio tardive, a patto che comincino le belle giornate di sole. Ma il prodotto deve essere pagato in maniera soddisfacente»

Parte malissimo la stagione delle ciliegie, con un maggio freddo e piovoso che ha causato il fenomeno del cracking, cioè la spaccatura delle varietà precoci, che saranno quindi invendibili sul mercato. «Solo una minima quantità si è salvata - ha dichiarato Andrea Lavagnoli, presidente di Cia Verona - C'è qualche speranza in più per le varietà medio tardive, a patto che comincino le belle giornate di sole. Il timore di tutti è che, al momento della maturazione, torni il flagello del moscerino dei frutti, completando il disastro. Si sta sperimentando una specie di insetti antagonisti di contrasto, ma non si sa ancora se funzioni e quali effetti possa produrre sull'ambiente. Sarebbe la strada giusta per la nostra cerasicoltura, che essendo sparsa e non intensiva non può giovare dei teli che si utilizzano contro la cimice asiatica».

Ora si vedrà quanto verrà pagato da mercato il poco prodotto che riuscirà a salvarsi. Attualmente i listini di Veronamercato parlano di prezzi fino a 4 euro al chilo per le ciliegie di prima qualità della Puglia. «Se il nostro prodotto non verrà pagato in maniera soddisfacente - ha concluso Lavagnoli - il rischio è che gli agricoltori decidano di togliere tutte le piante».

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