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Economia

Le patate romane per combattere la crisi

Un progetto prevede un borsino prezzi e campi sperimentali

A Cologna Veneta parte il borsino delle patate: esporrà tutti i giorni le quotazioni della Borsa merci di Bologna, la principale piazza italiana per il tubero che si coltiva anche a Verona, nel colognese e dintorni su una superficie di 990 ettari per una produzione di 440mila quintali, il 5% della produzione italiana. L'iniziativa è di Coldiretti Verona che avvierà anche una coltivazione sperimentale di patate nelle zona per migliorare le tecniche di coltivazione per riportare le rese ai livelli europei, e che, per la prossima campagna, quindi da novembre, rifornirà i produttori di patate da semi con un risparmio garantito di almeno 600 euro ad ettaro. “La produzione di patata è una voce fondamentale dell'economia agricola della Bassa – spiega il Direttore di Coldiretti Verona, Pietro Piccioni – che soffre particolarmente la mancata organizzazione dell'offerta ed una decisamente scarsa trasparenza all'interno della filiera, abbiamo quindi messo in atto misure drastiche per contrastare la tendenza tutta colognese alla definizione di prezzi alla produzione decisamente inferiori a quelle di mercato per ortaggi di pari qualità, come quelli bolognesi”. Tali azioni, presentate da Piccioni in un affollato incontro con i produttori sono state prese e concordate con il sostegno del Comune. “La patata è una coltivazione storica qui a Cologna – spiega l'assessore all'agricoltura del Comune di Cologna Veneta, Mario Facchetti – ma negli ultimi anni sta subendo dinamiche di mercato negative per la carenza di informazioni sulle quantità che transitano e sui prezzi. In una situazione di incertezza i produttori sono quelli che ci perdono di più, bisogna fare chiarezza, su quanto è necessario produrre e, di conseguenza, a che prezzo si può collocare sul mercato il raccolto”. La patata di Cologna è in concorrenza diretta con quella di Bologna, dove se ne coltiva una quantità tripla, e che assorbe una buona parte del raccolto scaligero, dato che la distribuzione è molto meglio organizzata i Emilia.Attualmente la patata è negoziata all'origine a 26 centesimi di euro al chilogrammo, lo stesso livello di prezzi del 2003. Nel 2003 al dettaglio si poteva acquistare a 66 centesimi il chilo, mentre oggi è quotata a 0,82. Nel 2003 il dettaglio pesava il 48,2% su un euro di prodotto, contro il 32,8% dell'ingrosso e il modesto 19% dell'ortaggio all'origine. “Oggi gli agricoltori – aggiunge Fausto Bosca, Direttore dell’Unapa, Unione Nazionale dei Produttori di Patata – si portano a casa 17,4 centesimi su ogni euro di prodotto venduto, conto i 55 della grande distribuzione e i 27,8 dell'ingrosso”. “Una situazione paradossale – conclude Piccioni - che abbiamo intenzione di contrastate con tutti i mezzi per garantire reddito e continuità alle nostre aziende agricole. Abbiamo costituito un pool di imprenditori selezionati che seguirà alla lettere le indicazioni produttive e commerciali del nostro Ufficio Economico Sindacale per dimostrare che si può ancora coltivare e trarne un adeguato compenso per l'investimento effettuato”.

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