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Economia

"Le banche hanno abbandonato le aziende

Per Alberto Tosi ci sono gi timidi segnali di ripresa

Alberto Tosi, presidente di Confapi Veneto, membro della giunta di presidenza di Apindustria Verona e imprenditore nel ramo dei calcestruzzi, è da anni una presenza fissa nel panorama dell’economia veronese, della quale ha osservato in prima persone l’evoluzione degli ultimi decenni.

Come si caratterizza l’attuale situazione economica veronese? "
Da un punto di vista economico ci sono dei segnali di ripresa, si assiste a un piccolo risveglio, caratterizzato da segnali positivi. Resta, invece, una notevole tensione finanziaria. È piuttosto difficile fare una previsione per i prossimi mesi, anche perché il quadro che li caratterizzerà dipenderà molto da come andrà a svilupparsi il discorso finanziario. La maggior parte delle piccole e medie aziende cominciano ad avere commesse, ma non riescono a ripartire, a soddisfare gli ordini perché manca loro la liquidità necessaria. Le banche, dal canto loro, mettono in atto una selezione tra le aziende che sono in grado di continuare e quelle che non lo sono, e agiscono di conseguenza sull’erogazione dei prestiti. È questo il distinguo principale, e senza il credito delle banche le aziende non possono andare avanti."

Quali le possibili soluzioni?
"È necessaria la consapevolezza che da soli non si otterrà molto. E occorre analizzare come si è arrivati a questo punto, le cause che hanno portato a questa situazione. Siamo passati da un’economia in cui si cresceva insieme in maniera uniforme e armonica, in cui la banca accompagnava la crescita dell’azienda e della comunità, a un’economia di rampanti in cui ognuno ha pensato a crescere più degli altri, a discapito degli altri. Si è persa la visione che o si cresce tutti insieme o la crescita non porterà ad altro che a degenerazioni. Di fatto si è avuta una crescita esponenziale in alcuni settori, nella finanzia piuttosto che nell’ambiente della new economy, disaggregata dall’economia di base, quindi dall’economia “normale” e da tutti gli altri settori. Alla fine, questo grosso boom ha portato a un grosso crollo, che ha travolto tutta l’economia. C’è poco da fare: se gli indici di crescita economica normali si attestano attorno a un 5%, non è possibile che alcuni crescano del 20-25%: qualcosa non quadra. E questo lo si è ampiamente osservato negli ultimi tempi. Occorre ritornare a fare squadra: le aziende assieme alle banche, al territorio, quindi Comuni, Province, enti locali, in una crescita armonica. È inutile fare una battaglia aziende contro banche, o contro gli organi amministrativi. Occorre invece sedersi attorno a un tavolo – cosa che già si sta facendo, ma che va fatta sempre di più – e affrontare i problemi insieme, senza che nessuno si ponga nel ruolo di “maestro” nei confronti dell’altro. Insieme si può uscire da questa crisi."

Un ritorno al passato, in qualche modo. "Sì, perché in passato era normale far squadra. Realtà come la Banca Popolare di Verona, o la Cassa di risparmio di Verona, di piccole dimensioni, sono cresciute pian piano assieme alle aziende del territorio. Le aziende di Verona, di Vicenza, di Padova avevano al loro fianco la banca locale, che le accompagnava nello sviluppo. Questa modalità ha caratterizzato tutto il nord-est italiano, Verona in particolare, e si è dimostrata vincente. Nel momento in cui si è smesso di lavorare assieme e ognuno ha pensato di far business in maniera diversa, si sono sì ottenuti, per alcuni anni, trend di crescita notevolissimi, ma la strada intrapresa ha portato poi alle degenerazioni della situazione attuale."

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