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Martedì, 30 Aprile 2024
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Intelligenza artificiale, le potenzialità per le imprese in un roadshow di Confindustria

È partito da Verona il ciclo di incontri pensato per sensibilizzare e informare le aziende di piccole e medie dimensioni sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale

È stata a Verona, con Confindustria Veneto e Confindustria Verona, la prima tappa del ciclo di incontri dal titolo "L'Intelligenza Artificiale a servizio delle pmi: use cases e ambiti di sviluppo». L'appuntamento veronese e quelli che seguiranno sono organizzati da Piccola Industria Confindustria e da Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub.

Si tratta di un roadshow che in due anni toccherà tutte le regioni italiane con l’obiettivo di sensibilizzare e informare le piccole imprese associate a Confindustria sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale. E saranno le imprese stesse a raccontare le proprie esperienze e strategie di impiego dell'intelligenza artificiale in azienda, grazie alla presentazione di casi concreti e al confronto diretto con i partecipanti.

L'intelligenza artificiale, di cui si discute da oltre 50 anni, è oggi al centro del dibattito politico-economico. Big data, elevate capacità computazionali e algoritmi più performanti ne permettono un impiego diffuso, capace di incidere nella vita quotidiana di imprese e individui in maniera ancora più profonda rispetto alle innovazioni precedenti. Tuttavia, nonostante le sue potenzialità, l'intelligenza artificiale rimane ancora scarsamente utilizzata dalle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni: secondo dati Istat del 2021, solo il 6,2% delle imprese ha dichiarato di utilizzare sistemi di intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione Europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese. Positivo però l’aumento che, secondo dati Ocse, continuano a registrare gli investimenti in capitale di rischio, la ricerca e il numero di talenti riferiti all'intelligenza artificiale, pur se, anche in questo caso, molto inferiori a paesi limitrofi come Germania o Francia.

Secondo Anitec-Assinform, l'associazione che in Confindustria raggruppa le aziende del settore delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in Italia il mercato dell'intelligenza artificiale ha raggiunto nel 2022 un volume di circa 422 milioni di euro (+21,9%) e, tra il 2022 e il 2025, è previsto che raggiunga i 700 milioni nel 2025 con un tasso di crescita medio annuo del 22%.

L'intelligenza artificiale, insieme ad altri abilitatori del mercato come ad esempio cybersecurity, big data e cloud, sarà un elemento di traino straordinario per lo sviluppo del mercato digitale italiano. Nonostante le prospettive positive, in Italia il mercato dell'intelligenza artificiale resta però meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati: per questo per le aziende è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell'intelligenza artificiale.

«L'intelligenza artificiale applicata all'impresa, nell'immaginario comune, è spesso associata ad attività legate ai giganti del settore tecnologico - ha dichiarato Giovanni Baroni, presidente Piccola Industria di Confindustria - È invece importante comprendere come questa disciplina sia alla portata di tutte le imprese. Infatti, può essere applicata in ogni realtà industriale, a prescindere dalla dimensione, e assicurare benefici in termini di minori costi e maggiore efficienza. Per cogliere questa opportunità è necessario però supportare le nostre imprese nella transizione digitale. Si tratta di un processo complesso, elaborato attraverso tecnologie interdipendenti e soprattutto competenze, attitudine mentale e capacità di trasformarsi. In questo quadro, poi, il ritardo italiano in termini di professionisti e studenti in materie stem è un gap che non possiamo più permetterci e che rischia di pesare sempre di più sullo sviluppo e la crescita del Paese, sottraendo alle imprese il capitale umano necessario per essere competitive».

«Gli investimenti negli abilitatori di trasformazione digitale, come l'intelligenza artificiale, sono vitali per l’innovazione, per sostenere la resilienza delle imprese e abilitare nuovi modelli di business nonché trasformare filiere ed ecosistemi in tutti i settori - ha commentato Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform - I digital enabler, da un lato, consentono alle imprese di conoscere e monitorare al meglio i processi e, dall’altro, di produrre prodotti evoluti e con nuove funzionalità grazie a una profonda integrazione tra fisico e digitale. Le piccole e medie imprese rappresentano il 99% del nostro tessuto imprenditoriale, ma investono ancora troppo poco nel digitale, con una crescita inferiore rispetto ad altri segmenti business: dobbiamo cogliere questo momento e le opportunità del Pnrr per spingere l’acceleratore sull’innovazione, per recuperare punti di produttività, rafforzare le nostre filiere industriali e restare leader industriali nel mondo. Siamo convinti che partendo dal territorio, dal confronto diretto e concreto tra e con le piccole e medie imprese si possa fare la differenza e incoraggiare un’adozione consapevole dell'intelligenza artificiale».

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