Airbnb, boom di alloggi disponibili a Verona. Federalberghi: "Ci danneggiano"
Nella settimana di Pasqua, in provincia di Verona, erano oltre 1.500 e gli albergatori di Confcommercio chiedono che si intervenga per controllare e regolamentare meglio la situazione
Nella settimana di Pasqua, in provincia di Verona, risultavano disponibili su Airbnb ben 1.576 alloggi, di cui 1.229 (77,98%) riferiti ad interi appartamenti, 959 (60,85%) disponibili per più di sei mesi, 910 (57,74%) gestiti da host che mettono in vendita più di un alloggio. I numeri sono stati elaborati da Federalberghi-Incipit Srl sui dati forniti da Inside-Airbnb.
Proprio gli albergatori di Confcommercio, riunita in assemblea a Rapallo alla presenza di una nutrita delegazione veronese, ha sottolineato quattro falsità sulla cosiddetta economia condivisa o sharing economy: "Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare - si legge in una nota di Federalberghi - La maggior parte degli annunci pubblicati su Airbnb si riferisce all'affitto di interi appartamenti, in cui non abita nessuno. Non è vero che si tratta di attività occasionali, dato che la maggior parte degli annunci si riferisce ad appartamenti disponibili per oltre sei mesi all’anno. Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, ma attività economiche a tutti gli effetti, che molto spesso fanno capo ad inserzionisti che gestiscono più alloggi, Non è vero che le nuove formule compensano la mancanza di offerta poiché gli alloggi presenti su Airbnb sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche, dove è maggiore la presenza di esercizi ufficiali. E Verona è una tra queste".
"C'è un problema di sicurezza perché a differenza delle strutture ricettive tradizionali non c’è un effettivo controllo sulle persone che soggiornano in questi appartamenti - ha aggiunto Giulio Cavara, presidente dell'associazione albergatori aderente a Confcommercio - Stiamo assistendo al proliferare di un fenomeno che sta provocando gravi problemi anche a Verona. In molte città europee si sta cercando di regolamentare, mentre in Italia le amministrazioni locali e regionali sono disarmate". Cavara ha inoltre sottolineato come ad essere danneggiate siano tanto le imprese turistiche tradizionali, quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza.