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Emergenza lavoro, il Cna: "Presto una task force per la Bassa"

Sono 15 i comuni più colpiti: 2mila le imprese in provincia che hanno chiuso. Una su quattro è artigiana. In tutto il territorio veronese si stima che ci siano 20mila persone in cerca di un posto

Costruire una vera e propria “task force” composta da istituzioni, associazioni economiche e sindacati per affrontare in modo mirato l’emergenza lavoro, che nel territorio veronese si concentra soprattutto in pianura. Questa è la proposta di Cna: "Perché solo così si potrà uscire dalla crisi".

Gli ultimi dati, secondo l’Ufficio Studi di Cna Verona, Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa, parlano chiaro: dal 2007 al 2012 sono ben 2mila le imprese che hanno abbassato la serranda, lasciando a casa oltre 7mila dipendenti; nella provincia di Verona si stimano 20mila persone in cerca di lavoro, mentre in 7mila hanno rinunciato a cercarlo. Di queste 2mila imprese chiuse, 500 sono imprese dell’artigianato; praticamente, una su quattro.
Non solo: perché il dato più allarmante è che il 50% di questi numeri si concentra nella bassa veronese, “un dato – esordisce Ferdinando Marchi, Segretario Cna Verona – che deve farci riflettere. Per questo Cna lancia l’idea della task force ‘localizzata’ nella Bassa veronese, che possa conoscere i problemi e analizzarli, passando al contrattacco creando nuovi contatti, sinergie, idee per  rinascere”. Il problema non a caso riguarda la Bassa veronese. In particolare, l’emergenza lavoro tocca soprattutto il settore legno-arredamento e, con effetto domino, anche gli altri settori. “Ci siamo detti: o è un caso che 15 comuni nella bassa abbiano un’emergenza forte lavorativa tanto che alcuni ipotizzano di organizzare iniziative di sostegno per i poveri, o più consapevolmente c’è un problema non casuale ”. Da dover sbrogliare immediatamente. Ma per farlo serve una strategia condivisa: solo così sarà possibile uscire da questa palude. Cna Verona ne è pienamente convinta. “Nessuno ne esce da solo, né la singola impresa, né l’amministrazione comunale – conclude Marchi -. Noi qualche idea l’abbiamo: se riuscissimo  a creare massa critica, e le giuste sinergie, siamo convinti di poter fare assieme qualcosa di buono, superando questa crisi senza precedenti”.

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