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Investimenti in diamanti, il Tar conferma le sanzioni a banche e broker

Sentenze che possono far sperare in un epilogo positivo per la vicenda che riguarda molti consumatori tra cui 350 persone associate ad Adiconsum Verona per un controvalore di 11 milioni di euro

Confermate dal Tar del Lazio le sanzioni inflitte dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) nei confronti delle società Idb e Dpi e di alcune banche coinvolte nel caso dei diamanti da investimento. Cinque sentenze che possono far sperare in un epilogo positivo per la vicenda che riguarda molti consumatori tra cui 350 persone associate ad Adiconsum Verona per un controvalore di 11 milioni di euro, cittadini che si sono avventurati in ciò che doveva essere un investimento sicuro.

Il Tar del Lazio ha confermato multe pari a 12 milioni di euro inflitte dall'Antitrust lo scorso anno per pratiche commerciali scorrette a Unicredit, Banco Bpm, Mps e ai due principali broker attivi nella vendita di diamanti anche attraverso gli sportelli bancari. Sono stati giudicati infondati sia i ricorsi presentati da Idb (Intermarket Diamond Business spa e Idb Intermediazioni Srl) e da Diamond Private Investment (Dpi) che quelli delle tre banche. In particolare le sanzioni dell'Antitrust erano state: 2 milioni per Idb; 4 milioni per Unicredit; 3,35 milioni per Banco Bpm; un milione per Dpi; 2 milioni per Mps e 3 milioni per Banca Intesa. Solo quest'ultima non aveva presentato ricorso.

I profili di scorrettezza riscontrati per entrambe le società venditrici hanno anche riguardato le informazioni ingannevoli e omissive diffuse attraverso il sito e da parte del materiale promozionale predisposto. L'Autorità ha, inoltre, accertato che gli istituti di credito, principale canale di vendita dei diamanti per entrambe le imprese, utilizzando il materiale informativo predisposto da Idb e Dpi, proponevano l'investimento a una specifica fascia della propria clientela interessata all'acquisto dei diamanti come bene rifugio per diversificare i propri investimenti. Il Tar ha quindi confermato quanto rilevato nel provvedimento ovvero il fatto che l'investimento fosse proposto da parte del personale bancario e tale circostanza forniva ampia credibilità alle informazioni contenute nel materiale promozionale delle due società, convincendo molti consumatori all'acquisto senza effettuare ulteriori accertamenti.

Fino ad oggi - evidenzia Davide Cecchinato, presidente di Adiconsum Verona - le proposte formulate dal Banco Bpm per tentare di trovare concretamente un accordo stragiudiziale di risarcimento non sono state congrue. Ora, alla luce delle sentenze odierne, la situazione cambia per le persone che hanno investito nei diamanti e pertanto chiediamo a tutti gli istituti coinvolti la celere e completa rifusione delle somme perse dai consumatori a causa dell'investimento. A breve organizzeremo un incontro pubblico per discutere in dettaglio con tutti i consumatori coinvolti le conseguenti iniziative che metteremo in campo per ottenere il rimborso dell'investimento.

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