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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Crisi economica per Covid-19. Sboarina: «Ne usciremo solo collaborando»

Prosegue il lavoro sinergico per far ripartire l'intero sistema veronese. Il sindaco del capoluogo: «La gente fa fatica ad arrivare a fine mese. I settori più colpiti sono sicuramente quelli del turismo e del commercio»

Prosegue il lavoro sinergico per far ripartire l'intero sistema economico veronese. La Prefettura scaligera ha promosso un piano di sostegno alle aziende, chiamando alla cooperazione tutte le categorie economiche, le banche, i rappresentanti dei sindacati, l'Inps, le istituzioni ed anche l'università.

Durante l'ultimo confronto tra i vari enti, sono stati anche aggiornati i dati sullo stato di salute del tessuto economico provinciale. L'Inps ha confermato di aver raccolto da inizio emergenza più di 15mila domande tra cassa Covid, richieste provenienti dalla Regione e cassa integrazione salariale. E la Banca d'Italia ha fatto presente che a livello nazionale sono state 2 milioni e 600mila le domande di moratoria dei prestiti, delle quali 1 milione e 200mila richieste da famiglie per mutui sulla casa. Abi, l'associazione dei bancari, ha rilevato che a livello regionale le domande di finanziamento hanno superato quota 5mila per un totale di 109 milioni di euro.
Di fronte a queste cifre, il sindaco di Verona Federico Sboarina di tenere conto della singole criticità. «La gente fa fatica ad arrivare a fine mese, è in difficoltà nel pagare i mutui e accedere ai finanziamenti - ha dichiarato Sboarina - I settori più colpiti sono sicuramente quelli del turismo e del commercio. Una fotografia complessa, che richiede un percorso condiviso. Ne usciremo solo se collaboreremo, tutti insieme, remando nella stessa direzione, pronti ad attaccare l'emergenza economica su più fronti. Anche la Carta dei Valori sarà quanto mai fondamentale nell'affrontare questo periodo. Non è un tavolo di filosofi ma è il gruppo dei decisori pubblici. Se a Verona servirà un "Piano Marshall" per la ripartenza complessiva, come avvenne nel dopoguerra, i sottoscrittori della Carta rappresentano i soggetti che faranno scelte concrete, ognuno secondo le proprie responsabilità».

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