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Economia

Crescono i redditi, ma i veronesi faticano

Si registra un +2,3%, ma senza contare cassaintegrati, pensionati e giovani

I ricchi sempre più ricchi ed i poveri sempre più poveri. È una Verona a due marce quella che emerge dai dati economici divulgati in questi giorni. Secondo l’Agenzia delle Entrate il reddito dei veronesi nel 2008, in base all’analisi delle dichiarazioni dei redditi del 2009, è cresciuto del 2,3% rispetto alla media 2007, facendo registrare una media di 22 mila e 740 euro annui contro i 22.230 euro del 2007 ed i 21.970 euro del 2006 (+3,5%).

Diversa, invece, la visione di Cgil e Confartigianato. Secondo il segretario della Cgil scaligera Carla Pellegatta “è un dato che lascia il tempo che trova e che andrebbe scorporato in base alle fasce di reddito. Anche perchè non tiene conto, ad esempio, di coloro che, soprattutto nel 2009, hanno visto ridotto il proprio potere d’acquisto come le famiglie dei cassaintegrati ed i pensionati”.

È stato infatti il 2009 l’annus horribilis dell’economia veronese con i giovani che più di tutti hanno sentito sulle loro spalle gli effetti della crisi, “soprattutto i ragazzi con rapporti di lavoro a tempo determinato – ha proseguito la Pellegatta – i sono ritrovati a casa con il contratto non rinnovato”. Ma per il segretario della Cgil non è tutto da buttare, infatti “bisogna ammettere che in provincia ci sono delle realtà che hanno tenuto bene ed hanno sentito meno la crisi”.

Non fanno parte di questi settori quello edile, metalmeccanico, siderurgico e del legno. Infatti, secondo i dati divulgati dalla sezione scaligera di Confartigianato negli ultimi due anni, la provincia di Verona ha perso ben 638 imprese artigiane. Un dato che, però, non ha trovato impreparato Ferdinando Albini, presidente della Confartigianato di Verona: “Come era ovvio aspettarsi dopo il già brutto risultato del 2008, quando a livello regionale si registrarono 473 imprese in meno, pari a una variazione dello 0,38%, era atteso un calo importante per il 2009, ma dobbiamo ammettere che speravamo in qualche cosa di meglio, in un colpo di coda dell’ultimo trimestre che in realtà non c’è stato”.

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