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Economia contagiata da Coronavirus: turismo, fiere e anche i rider

La Regione ha istituito un tavolo operativo sul settore turistico e la Cna ha ottenuto la sospensione di versamenti e tributi per le imprese dei comuni in cui è presente il virus, ma è ancora poco

«Ho già istituito un primo tavolo operativo per fronteggiare l'emergenza coronavirus rischia dimettere in ginocchio la prima industria del Veneto, che conta oltre 70 milioni di presenze e 18 miliardi di fatturato». Lo ha annunciato oggi, 25 febbraio, l'assessore regionale al turismo Federico Caner, incontrando i rappresentanti del mondo economico e produttivo nel centro operativo della protezione civile del Veneto.

Il settore turistico rischia di essere quello con i contraccolpi peggiori a causa del coronavirus. Le disdette per i viaggi organizzati di moltiplicano e l'immagine che, a causa del virus, il Nord Italia sta avendo nel mondo è terribilmente negativa. Ma mancano anche gli ammortizzatori sociale per gli operatori dei servizi turistici e per questo la Regione Veneto ha presentato delle prime proposte al Governo. «Chiediamo ammortizzatori sociali ed indicazioni omogenee e condivise per presentare la situazione e l'offerta turistica italiana e veneta alle fiere e sui mercati esteri, oltre ad una campagna promozionale nazionale massiccia, una volta superata l'emergenza Coronavirus», ha dichiarato Caner.
Il tavolo regionale per il turismo chiede, inoltre, un dialogo diretto con il Ministero degli Esteri per rassicurare i paesi esteri e gli operatori internazionali sulle garanzie di salubrità e accoglienza del sistema ricettivo del Veneto e dell’Italia. «Infine faccio appello al coordinamento tra tutti i soggetti in campo per evitare interpretazioni inutilmente restrittive delle ordinanze - ha concluso l'assessore regionale al turismo - È inutile e dannoso chiudere gli impianti a fune prima del termine della stagione o imporre al personale di accoglienza negli hotel di indossare la mascherina: sono misure che non valgono nulla in termine di prevenzione dal contagio e producono solo danno all'immagine turistica del Veneto. Ricordo che gli uffici regionali al pubblico sono e restano aperti a tutti, a partire da quelli di informazione e accoglienza turistica».

Gli ammortizzatori sociali, li chiedono anche gli artigiani aderenti alla Cna. L'associazione ha già ottenuto dal Ministero dell’Economia la firma sul decreto che sospende i prossimi versamenti e gli adempimenti tributari per le imprese che risiedono o operano nei comuni interessati dalla presenza del virus. «Un primo passo importante, ma non basta - ha detto Cinzia Fabris, presidente di Cna Veneto Ovest - Per limitare gli effetti indiretti sulle imprese chiediamo di potenziare il sistema degli ammortizzatori sociali, valutando di riconoscere risorse alla cassa integrazione e alla bilateralità artigiana, che consentirebbero alle imprese colpite di far fronte al protrarsi del calo di lavoro. E poi esistono molte altre voci di spesa che si potrebbero congelare, almeno in via provvisoria: dai premi Inps e Inail alle rate di mutui e finanziamenti. Un piano di azioni integrate va pensato adesso, altrimenti la vera emergenza la pagheremo a virus ormai debellato».

Ed anche il settore fieristico rischia un forte danneggiamento per il Covid-19. Veronafiere ha rinviato tre eventi che si sarebbero dovuti tenere nel quartiere fieristico di viale del Lavoro a Verona, ma anche nel resto d'Italia la situazione è simile. E Giovanni Laezza, presidente dell'associazione esposizioni e fiere italiane (Aefi) ha dichiarato: «Al momento è impossibile fare delle stime sull'incidenza economica dell'epidemia di coronavirus ed è molto difficile prevedere l'evoluzione della situazione e la durata nel tempo. Nonostante le difficoltà organizzative, auspichiamo che la maggior parte delle manifestazioni al momento annullate o posticipate possano essere riprogrammate nei prossimi mesi, in modo da contribuire nel contenere il danno economico. E con le istituzioni abbiamo aperto un dialogo per capire come gestire al meglio questa emergenza anche sul fronte economico».

Ma gli effetti del coronavirus si percepiscono anche nella consegna del cibo a domicilio. L'unione dei rider di Cisl Verona ha segnalato un drastico calo degli ordinativi e questo significa che la maggior parte dei fattorini veronesi è rimasta ferma. «A Verona, si stima che ormai sono circa mille i rider - fanno sapere dalla Cisl di Verona - Giovani svantaggiati, extracomunitari, universali, studenti, disoccupati che come rischiano la vita sui mezzi per consegnare il più velocemente possibile oggi si trovano senza lavoro. Nessun ammortizzatore sociale, nessuna tutela per quelli che appaiono i fantasmi di un mercato del lavoro. I clienti scappano alla sola vista di un fattorino, quasi fosse un portatore conclamato del Covid-19 o che il virus si annidasse tra le pietanze trasportate».

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