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Economia

Caro-benzina, colpisce sia gli automobilisti che i gestori

Sos Consumatori: "Boicottare determinate pompe". Dalla Bernardina: "Seguire il modello tedesco"

Il caro benzina pesa come un macigno sull’economia domestica dei consumatori, ma anche i gestori ne pagano le conseguenze. Questo crea un diffuso malcontento generale, anche perché nemmeno il Gpl è stato risparmiato da questa inflazione. Tutto parte dai prezzi di estrazione e raffinazione del greggio: per fare un esempio quelli di Agip hanno toccato i 37 dollari al barile.

"Lo Stato, dato che ci guadagna con le accise, ha tutto l'interesse affinché il prezzo della benzina non scenda - spiega Roberto Raggi, presidente nazionale di Sos consumatori -. Se il consumatore boicottasse determinate pompe, per la legge del libero mercato si abbasserebbero i costi. Tutto deriva da una cattiva educazione al consumo, tutte le campagne promozionali della bicicletta servono a poco. Bisognerebbe cercare di sensibilizzare la gente alla responsabilità, che alla lunga paga sempre".

Idealmente risponde Marcello Dalla Bernardina, socio della società Dalla Bernardina Fratelli Srl: "Non bisogna per forza ricorrere al boicottaggio, ma far capire ai consumatori che hanno la possibilità di scegliere: scegliere dove far rifornimento, quindi comparare i vari prezzi, ma anche che è più conveniente fare sempre il pieno, quando la spesa media in un distributore si aggira intorno ai 15 euro per consumatore. Possiamo dire che il mercato veronese è molto maturo, visto che ci sono i distributori tradizionali, ma anche pompe bianche con marchio indipendente e anche quelle low cost".

I timori di questa situazione sono molti: "Il rischio è quello di cadere in un monopolio oppure un oligopolio, e non va bene perché allora i prezzi schizzerebbero ancora più in alto come è già successo in Francia - spiega Dalla Bernardina -. Il modello al quale dobbiamo tendere e quello dei convenience store tedeschi, che occupano il 70 per cento del reddito benzinario della Germania, con una diffusione molto capillare. Sarebbe utile anche una liberalizzazione di tutti quei prodotti collaterale che contribuiscono all'indotto di una pompa di benzina, come i tabacchi". Ben vengano dunque le pompe bianche, che nel veronese sono nate in prossimità dei centri commerciali quali l'Auchan, l'Iper, la Grande Mela, al Migross di corso Milano e in via Palazzina a San Giovanni.

"I grandi marchi fanno riferimento al mercato internazionale europeo, ed è per questo che i prezzi sono così alti, perché si riferiscono al prezzo di estrazione e raffinazione – chiarisce ancora Dalla Bernardina -. Le pompe bianche, invece, vendono carburante al prezzo di distribuzione, quindi la differenza dei prezzi tra i distributori tradizionali e quelli cosiddetti bianchi arriva ad essere di 12 centesimi al litro, con un notevole risparmio. C'è da precisare che in questi casi il carburante diventa un prodotto civetta per attirare clientela nei supermercati".

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