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Preoccupante calo dell'export veronese: «Speriamo in un rimbalzo in autunno»

A fornire i dati è stata la Camera di Commercio di Verona. «I dati tracciano il quadro di un sistema economico in difficoltà. Mi auguro che le iniziative varate dal Governo Conte siano messe in campo al più presto», ha detto il presidente Riello

L’export di merci e servizi veronesi nel mondo è calato del 5.3% nel primo trimestre a 2.7 miliardi di euro. Un calo sotto la media italiana dell’1,9% e regionale del 3,2%. Sono in arretramento la meccanica, l’abbigliamento e le calzature, è invece in controtendenza la filiera agroalimentare.

«Ci aspettavamo un rallentamento, – commenta il Presidente della Camera di Commercio di Verona, Giuseppe Riello - così come lo attendiamo per il primo semestre. I dati evidenziano una frenata dell’economia già prima del lock down italiano, probabilmente condizionata dal lock down cinese. Sono diminuite le importazioni dell’8.7% a 3.8 miliardi di euro. I dati tracciano il quadro di un sistema economico in difficoltà. Mi auguro che le iniziative varate a sostegno dell’export dal Governo Conte siano messe in campo al più presto».

Il Governo Conte ha firmato il Patto per l’export cui hanno contribuito tutte le associazioni di categoria e le rappresentanze del mondo imprenditoriale italiano, e anche Unioncamere ha formulato spunti, suggerimenti e proposte utili a rimodulare gli interventi del sistema pubblico sulle tematiche dell’internazionalizzazione. Tra il materiale predisposto dal Maeci con riferimento al Patto, è stato pubblicato l’e-book "Export: una guida per partire" .Si tratta di uno strumento volto a favorire in maniera semplice e immediata l’accesso alle informazioni sui servizi che il sistema pubblico offre alle imprese che ancora non sono presenti sui mercati esteri, o che non lo sono in maniera stabile. Il prodotto è stato concepito con uno stile diretto e un taglio molto pratico: una sorta di “istruzioni per l’uso” verso i mercati esteri. Il percorso si conclude poi con l’arrivo sui mercati esteri, dove l’impresa può contare, tra l’altro, sui servizi offerti dalla rete delle Camere di Commercio Italiane all’Estero.

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A livello locale, la Camera di Commercio di Verona ha stanziato un 1 milione di euro per sostenere l’internazionalizzazione che sarà bandito entro la tarda estate, nell’ambito del progetto triennale Ri.Ver da 30 milioni.

Tornando ai dati congiunturali, la principale voce del commercio estero veronese, quella dei macchinari segna un -9.4%. Importante è anche il rallentamento delle produzioni diverse dai tradizionali comparti scaligeri che hanno perso un 11.6% e pesano per quasi un terzo sul totale dell’export. Il tessile abbigliamento diminuisce del 3.5% e pesa per il 10.2% sul totale. Importante l’arretramento delle calzature, la cui perdita di competitività è ormai strutturale. Rimbalzano il marmo dopo mesi di performance negative, +3.2%, e anche i mobili, 6.4%.

«Quanto all’andamento delle vendite nei paesi di sbocco – prosegue Riello – solo Germania e Austria hanno tenuto. La Germania è il nostro primo partner per le vendite estere ed è rimasto invariato rispetto al primo trimestre dello scorso anno, l’Austria, è diventata il sesto partner con un aumento dell’8.4%. In crescita anche i Paesi Bassi all’ottavo posto della top ten dei principali mercati esteri, con un +12.7. Per il resto si registra una generalizzato calo, particolarmente importante per la Francia, il Regno Unito e gli Stati Uniti, rispettivamente secondi, terzi e quarti partner. Anche la Polonia ha perso un 4.9% mentre la Russia è cresciuta del 10.5%. In calo invece del 9.4% la Cina. Un andamento altalenante che non lascia presagire nulla di buono per i prossimi mesi: le imprese veronesi, tradizionalmente concentrate su mercati europei e sugli Stati Uniti da qualche anno, non sono in grado di reagire in modo flessibile alle variazioni congiunturali. La nostra economia inoltre dipende ancora molto dalle importazioni. Un quadro preoccupante, c’è da augurarsi che il prossimo autunno vi sia un rimbalzo dell’economia e non una seconda ondata di Codiv-19».

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