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La Brexit s'avvicina: cosa cambia? Lo spiega la Camera di Commercio

Un incontro dedicato dedicato alle ricadute per operatori ed imprese dovute all'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, si è tenuto lunedì 18 marzo presso la Sala Industria

La prima conseguenza della Brexit, quando sarà formalmente operativa con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, è che il primo non apparterrà più al territorio doganale e fiscale dell'UE. La data dell'uscita è ad oggi ancora confermata al 29 marzo 2019 e - a meno di un accordo che disciplini diverse misure specifiche - per la spedizione di merci da e verso la Gran Bretagna saranno riattivati, a partire dal 30 marzo 2019, i regimi doganali in vigore con i Paesi terzi.
In vista di questa scadenza la Camera di Commercio di Verona e l'Agenzia delle Dogane di Verona organizzano un evento informativo dal titolo “Info Brexit – Exportday 2019”, sulle ricadute della Brexit per operatori ed imprese, lunedì 18 marzo in Camera di Commercio.

«L’uscita dalla Comunità – spiega il Segretario Generale della Camera di Commercio di Verona, Cesare Veneri - e le relative conseguenze sul traffico delle merci sono già oggetto di iniziative di informazione della Commissione Europea e della Presidenza del Consiglio dei Ministri per agevolare la transizione della imprese esportatrici al post Brexit soprattutto per l’impatto sui temi doganali. Sono oltre 110mila le imprese italiane che operano con il Regno Unito, 880 quelle veronesi».
Di qui la discesa in campo della Camera di Commercio che affiancherà l’Agenzia delle Dogane nella iniziativa di formazione delle imprese esportatrici.

Il Dirigente dell’Ufficio delle Dogane di Verona, Francesco Bozzanca dichiara che «sia nel caso di una hard brexit (nessun accordo e conseguente riscossione di dazio e IVA) che nel caso di una soft brexit (accordo UE-Regno Unito e riscossione solo dell’IVA), il Regno Unito diventerà un Paese terzo e quindi tutte le operazioni economiche saranno soggette a dichiarazione doganale di importazione o di esportazione».

Per citare qualche esempio, i prodotti esportati in Regno Unito dalle imprese veronesi potrebbe essere soggetti a dazi o accise con evidenti ricadute sulle strategie commerciali e sulla competitività delle produzioni scaligere. Oppure chi fa shopping da Harrods dovrà pagare tasse e iva oltre i 430 euro di acquisti, che è la franchigia stabilita per gli acquisti nei paesi terzi. Pessime notizie per i tabagisti: per quanto il Regno Unito possa diventare tax free, si potrà acquistare solo una stecca di sigarette non più quattro. L’eventuale violazione della norma comporta una sanzione di 5mila euro.

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