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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Agsm e Aim vogliono creare la "Multiutility del Veneto", ma serve un partner

Dopo la fallita operazione con Ascopiave che si è accordata con Hera, le principali partecipate di Verona e Vicenza puntano ad ingrandirsi, ma intanto l'opposizione attacca l'amministrazione Sboarina

Diventare la più importante multiutility del Triveneto. Questa è l'ambizione di Agsm e Aim, le principali aziende municipalizzate di Verona e Vicenza, le quali hanno deciso di fondersi per creare un'unica azienda, la "Multiutility del Veneto", capace di coniugare una crescita dimensionale dell'azienda con un forte presidio del territorio. E per raggiungere questo obiettivo, Agsm e Aim sono alla ricerca di un partner industriale.
Tutto questo è stato manifestato dalle due aziende ieri, 18 giugno, commentando anche il mancato accordo con Ascopiave. La realtà trevigiana aveva deciso di alienare i rami di vendita di energia e gas, ma l'offerta presentata da Agsm e Aim, in partnership con A2a, non è stata accolta e Ascopiave ha scelto Hera. Agsm e Aim, però, non ne fanno una tragedia intendono proseguire un «progetto industriale alternativo - così lo definiscono - che ha l'obiettivo di creare il primo player del Veneto e che sarà anche in futuro disponibile a valutare possibili forme di collaborazione con altre aziende, Ascopiave compresa».
Agsm e Aim, comunque, ammettono che per realizzare un simile progetto serve un altro partner industriale con determinate caratteristiche. La ricerca è in corso, dicono le due partecipate, e i risultati di questa ricerca «saranno presentati a fine giugno», assicurano.

I cittadini di Verona e Vicenza potranno beneficiare della modernizzazione e della crescita dell'azienda, tale da assicurare i migliori standard di qualità dei servizi e più investimenti sul territorio - conclude la nota congiunta di Agsm e Aim - Il miglioramento dell'efficienza aziendale, la riduzione dei costi, consentiranno di usufruire di tariffe più competitive, scongiurando aumenti tariffari. Il legame con l’azienda del territorio verrà mantenuto inalterato a fronte di una impresa che assumerà rilievo a livello nazionale. La nuova Multiutility del Veneto assicurerà la difesa degli attuali posti di lavoro, creerà nuove opportunità di occupazione, porterà a sviluppare nuovi percorsi di crescita per gli attuali dipendenti ed abiliterà un processo di modernizzazione organizzativa attraverso il miglioramento e l'innovazione delle modalità e dei luoghi di lavoro. La crescita dell'azienda genererà infine nuove opportunità per alimentare l'indotto locale di natura industriale e artigianale delle aziende di servizi oltre che per lo sviluppo delle relazioni con il settore non profit.

Insomma, ascoltando le parole di Agsm e Aim, i cittadini veronesi e quelli vicentini possono dormire sonni tranquilli. Ma per il Partito Democratico di Verona, la situazione non è del tutto chiara. Prima di tutto, c'è una fusione tra Agsm e Aim che non viene ostacolata da nessuno, ma non viene neppure portata a termine. Le due aziende partecipate si vogliono fondere, le amministrazioni comunali di Verona e Vicenza hanno benedetto questo accordo, ma Agsm e Aim restano ancora due realtà distinte. Per questo i consiglieri comunali del PD veronese Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani chiedono «che l'amministrazione la smetta con i giochetti politici e concluda il processo di fusione con Vicenza». Ma le richieste non terminano qui.

Chiediamo che Agsm renda finalmente disponibili i verbali con i pareri dei dirigenti sull'operazione Ascopiave appena sfumata e che si predisponga una strategia condivisa che punti a sviluppare Agsm attraverso una politica di alleanze necessariamente larga ma territorialmente coerenti facendo salvi i servizi che il gruppo svolge per la città, a partire dalla raccolta dei rifiuti e la cura del verde.

Critico sulle scelte politiche portate avanti finora dall'amministrazione comunale veronese è anche il consigliere di Verona e Sinistra in Comune Michele Bertucco: «L'operazione Ascopiave è fallita, la fusione con Aim Vicenza continua a languire e le società del gruppo Agsm vivono una fase di stasi senza precedenti, Amia in testa. Se l'amministrazione Sboarina ha un piano per disfarsi di Agsm, direi che sta funzionando alla perfezione. Scommetto anzi che la prossima proposta sarà di consegnarci armi e bagagli ai lombardi di A2a».

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