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Economia

Veneto, 30mila posti di lavoro in più: «Nuovo massimo occupazionale»

La Bussola di Veneto Lavoro conferma il buon andamento del tasso di occupazione anche nel secondo trimestre 2019: a trainare la crescita sono i contratti a tempo indeterminato e le trasformazioni da determinato a indeterminato

Trentamila posti di lavoro in più nel secondo trimestre 2019 in Veneto, meno disoccupati (scesi al 5,6 della forza lavoro) e meno inattivi, scesi in termini percentuali al 27,9 % della popolazione residente, il minimo storico per il Veneto. La Bussola di Veneto Lavoro, conferma la buona performance del mercato del lavoro in Veneto nel primo semestre 2019: il tasso di occupazione a giugno ha raggiunto quota 67,9 %, otto punti percentuali sopra la media nazionale.

A trainare la crescita sono i contratti a tempo indeterminato (che fanno registrare un saldo positivo per 9.700 posizioni lavorative a fronte delle +1.300 dello scorso anno) e le trasformazioni da determinato a indeterminato, cresciute del 54% .

L’incremento dei posti di lavoro osservato nel secondo trimestre 2019 coinvolge tutti i comparti, fatta eccezione per il settore istruzione (-20.100), interessato in questo periodo dell’anno dalle conclusioni dei rapporti di lavoro relativi ai docenti supplenti. Altrettanto fisiologico, a causa della stagionalità, è l’aumento del settore turistico, che fa registrare nel trimestre quasi 4 mila posti di lavoro in più. I saldi trimestrali sono tuttavia generalmente inferiori a quelli registrati nel 2018, con peggioramenti più marcati in agricoltura, che passa da +4.500 a +2.600 posti di lavoro, e nel terziario avanzato, da +6.700 ad appena 900 posti in più. Il rallentamento del ritmo di crescita è confermato anche dalla riduzione dei movimenti del mercato del lavoro veneto. Le assunzioni, complessivamente 221.500 nel periodo aprile-giugno, sono diminuite del 7,5%, le cessazioni (192 mila in totale) del 5%.

La stagionalità si ripercuote anche sull’andamento territoriale, con saldi nettamente positivi nelle province turistiche di Venezia e Verona (rispettivamente +26.300 e +10.000) e variazioni nulle o lievemente negative nelle altre: lieve crescita a Rovigo (+800), invariata Belluno, negative Vicenza (-2.300), Padova e Treviso (entrambe a - 2.600 posizioni lavorative). Su base annua il saldo rimane positivo in tutti i territorio, ad eccezione di Belluno.

Quanto al numero dei disoccupati, la Bussola del secondo trimestre 2019 mette in luce che le Dichiarazioni di immediata disponibilità (Did) rilasciate ai Centri per l’Impiego del Veneto sono state 27.900, un valore del tutto analogo a quello del secondo trimestre 2018. Il 44% delle Did risulta rilasciato dopo la conclusione di un rapporto di lavoro a tempo determinato o di somministrazione, mentre diminuisce il numero dei disoccupati che hanno perso per licenziamento un posto di lavoro a tempo indeterminato.

«I dati di Veneto Lavoro, avvalorati anche dai recenti dati Istat sul tasso di occupazione al 67,9%, confermano che il mercato del lavoro della nostra regione ha raggiunto nuovi massimi occupazionali – commenta l’assessore al lavoro della regione Veneto, Elena Donazzan –. È vero che la crescita sta rallentando ma bisogna considerare che stiamo toccando livelli occupazionali mai raggiunti in Regione e quindi tale rallentamento del ritmo di crescita è per certi versi fisiologico. La crescita dei contratti a tempo indeterminato cui stiamo assistendo contribuisce in parte a riequilibrare il mercato del lavoro regionale in termini di qualità dell’occupazione, dopo alcuni anni di eccezionale crescita dei contratti a termine e di altre forme di precariato».

La Bussola di settembre 2019, con i dati del mercato del lavoro regionale nel secondo trimestre dell’anno, è disponibile sul sito di Veneto Lavoro (www.venetolavoro.it) e, in sintesi, nella Press Area di ClicLavoro Veneto (www.cliclavoroveneto.it).

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